Il 1 ottobre 1982 la Sony, a seguito di una collaborazione in un largo progetto digitale con la Philips, lanciava il primo lettore compact disc. Il primo cd audio per la verità fu prodotto un mese e mezzo prima, ed era The Visitors degli Abba. In questi 36 anni se ne sono visti tantissimi, miliardi, eppure ciascuno ha il suo preferito (TeatroeMusicaNews ha scelto “Io non so parlar d’amore”) che non sarà mai soppiantabile da nessun altro. Ognuno di noi ha ricordi, profumi, sensazioni legati al suo cd del cuore, e ora che sono arrivate anche tecnologie ben più all’avanguardia, quei ricordi assumono un valore ancora più nostalgico, a tratti malinconico, un po’ come era accaduto per i vinili, ora tornati di prepotenza.

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E in effetti l’avvento del cd avrebbe dovuto significare il superamento di un’epoca, che in Italia avvenne definitivamente nel ‘94 circa fino a cancellare nel giro di pochissimi anni persino le audiocassette. Il Compact Disc doveva significare indistruttibilità, permanenza, avanguardia. Tutti valori che non sono certo spariti, ma che di sicuro non sono più ad appannaggio del solo cd: l’indistruttibilità è tutta da dimostrare (alzi la mano chi non ha mai perso una custodia di un cd ora rigato o chi non ha mai avuto a che fare con un cd che saltasse..ma come, non doveva essere un problema dei vinili superato?), l’avanguardia è vera a metà. Se da un lato il cd rimane comunque il supporto fisico ancora più utilizzato, resta vero che lo stesso è solamente un ibrido tra il lato più romantico di ascoltare la musica (il vecchio caro vinile che ora non è più oggetto dei soli collezionisti) e quello più rapido della musica cosiddetta liquida di mp4 o persino YouTube e Spotify. Tempi che sono cambiati, un modo di ascoltare la musica che si è modificato (non per forza sviluppato in avanti) e che ha portato a una conseguente modifica della produzione stessa di canzoni. La possibilità di premere su “track” è paragonabile al potere del telecomando che ci fa cambiare canale, e così se non ascoltiamo tutto l’album, a un certo punto gli stessi cantanti si sono chiesti “Perché fare album interi e non piuttosto singoli che vengono  racchiusi solo successivamente in un unico lavoro?”. Lo sa bene Vasco, che negli ultimi anni ha lavorato proprio in questa maniera, ma persino Le Mandorle che infatti hanno intitolato l’ultimo Ep proprio “È troppo presto per un album”. 

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La musicassetta quella sì è ormai superata, ma mai dire mai con la tecnologia! Chi avrebbe scommesso che il vinile tornasse e fosse addirittura migliore di quello che cercò di scalzarlo? Quello che è certo è che il cd doveva cambiare il modo di vivere e ora si trova in una posizione di limbo, tanto odiato dai romantici, quanto ingombrante per chi la musica la ascolta “liquidamente”. Ora però, col tempo che lo sta facendo diventare se premi più oggetto di storia antica, anche al cd rimangono legati tanti nostalgici ricordi. E allora, auguri vecchia nuova tecnologia!