La storia è questa. Amedeo Minghi nel 1989 ha una canzone pronta scritta insieme a Pasquale Panella, autore di Lucio Battisti che non collabora più con Mogol per dedicarsi a canzoni con testi più enigmatici che meglio si intonano con quei suoni moderni che ha deciso di sperimentare. La canzone, che si appoggia sulla classica melodia di Minghi che segue sempre lo stile di 1950 e Vita mia, si intitola Vattene amore, e parla, alla maniera di Panella, di una coppia che non può viversi completamente se non nei pensieri e nella voglia di rivedersi dopo i viaggi che li tengono distanti. Così i due innamorati si chiamano tra loro Trottolino amoroso dududadá. Un nome ridicolo, buffo, forse imbarazzante, ma tanto romantico per le coppie che hanno voglia di giocare senza vergognarsi di essere di nuovo un po’ adolescenti, con quell’emozione e quel batticuore che non si annebbiano con gli anni che passano. E passano per tutti, forse anche per chi ha voglia solo di polemizzare e soffre la senilitá…ah se la soffre!

Minghi inizialmente l’aveva pensata per Mina e Ornella Vanoni, poi la fa eseguire in un provino a Mietta, con cui ha appena vinto a Sanremo Giovani da autore, e decide di tornare nel 1990 al Festival cantando in coppia con lei, incantato dalla sua voce. La canzone arriva terza, dietro a Uomini soli e Gli amori, due brani che diventeranno storici come tanti altri di quell’anno. È un Festival che ha anche brani come La nevicata del ’56 e Donna con te, per citarne alcuni. La storia vorrà che Vattene amore diventi il vero successo planetario di quel Sanremo. Nell’estate italiana delle notti magiche, che vive ancora di lambada e di tormentoni di Jovanotti, tutti cantano la canzone di Minghi e Mietta. Il brano rimarrà anche nei decenni successivi il duetto più cantato nei karaoke insieme a Acqua e sale e Vivo per lei, e nell’immaginario collettivo il suo titolo diventa Trottolino amoroso, come accadde a canzoni come Nel blu dipinto di blu o Piove. La forza del ritornello che si ripete fino a diventare tormentone su una melodia facile da memorizzare lo rende popolare e amato da tutti. Tranne qualcuno, evidentemente, che decide di mettere in discussione la storia musicale italiana dopo 29 anni.

È sabato 26 gennaio 2019, infatti, quando a Ora o mai più la bravissima ma sempre criticata Annalisa Minetti interpreta il celebre brano del 1990 in coppia con Amedeo Minghi, ospite d’eccezione. La Minetti è eccezionale ma non è Mietta, che dava alla canzone un carattere più vero e soave; il testo e la melodia sono, ovviamente, gli stessi di 29 anni di storia e di apprezzato successo. Finisce l’esibizione, si scatenano i coach, nonché giudici dell’esibizione. Ornella Vanoni, a cui era destinata la canzone poi interpretata da Mietta attacca: “Cosa vuol dire Trottolino amoroso? Fa ridere, è da bambini. A me non piace e siamo qua a parlare della Minetti”. Appunto Ornella, si parlava della Minetti. Insiste Red Canzian, come il primo della classe forte della vittoria proprio di quell’anno: “Mi è sempre sembrata una canzone un po’ debole, non me ne volere”. Chiude categoricamente Donatella Rettore, che dal 1994 (Di notte specialmente) non fa un brano di successo: “Non mi è mai piaciuta questa canzone, è una menata galattica”. Parola di chi ci ha fatto sapere per anni che il kobra non fosse solo un serpente e che voleva tagliarsi le vene con una lametta. Poesie insomma con cui potere criticare Minghi, colpevole solo di avere scritto un brano in cui tutti gli innamorati si ritrovano e intelligentemente contenente un ritornello che si ripete fino a restare in testa. Il maestro dal canto suo, di solito piuttosto piccato nelle risposte, incassa infastidito e ricorda semplicemente il successo clamoroso di Vattene amore, che rimane ancora uno dei brani più storici del Festival di Sanremo. La classe di Minghi non è acqua e si riconosce sempre. Quella di Rettore, Vanoni e Canzian forse è un po’ da rivedere. A meno che non si voglia rimettere in discussione tutta la storia. Ecco il testo completo della canzone, e il video della esibizione. La trovate tanto demenziale? Forse allora l’Italia si merita SferaEbbasta.

 

Vattene  Amore, 

che siamo ancora in tempo.
Credi di no?
Spensierato,
sei contento!
Vattene Amore,
che pace più non avrò,
nè avrai.
Perderemo il sonno,
credi di no?
I treni e qualche ombrello,
pure il giornale leggeremo male,
Caro vedrai..
ci chiederemo come mai
il mondo sa tutto di noi
Magari ti chiamerò
Trottolino Amoroso, Dudu dadadà
Ed il tuo nome sarà
il nome di ogni città.
Di un gattino annaffiato
che miagolerà
il Tuo nome sarà
su un cartellone che fà
della pubblicità.
Sulla strada per me,
ed io col naso in sùLa testa ci sbatterò
sempre là
sempre Tu
ancora un altro pò
E poi
ancora non lo so.
Vattene Amore
Mio barbaro invasore
credi di no?
Sorridente truffatore,
vattene un pò,
che pace più non avrò,
nè avrai.
Vattene,
o saranno guai.
E piccoli incidenti,
caro vedrai..
la stellare guerra che ne verrà
il nostro Amore sarà lì,
tremante e brillante così
Ancora ti chiamerò:
Trottolino Amoroso, Dudù dadadà
E il tuo nome sarà
il freddo e l’oscurità.
Un gattone arruffato
che mi graffierà
il tuo Amore sarà
un mese di siccità
e nel Cielo non c’è
pioggia fresca per me,
ed io col naso in sù
la testa ci sbatterò
sempre là
sempre tu
ancora un altro pò
e poi,
ancora non lo so.
Magari ti chiamerò:
Trottolino Amoroso, Dudù dadadà
e il Tuo nome sarà,
il nome di ogni città.
Di un gattino annaffiato che
miagolerà,
il Tuo nome sarà
su un cartellone che fa
della pubblicità
sulla strada per me
ed io col naso in sù
la testa ci sbatterò.
sempre là
sempre Tu
ancora un altro pò.
E poi
ancora non lo so
Massimiliano Beneggi