UN IMPERDONABILE SILENZIO NEI SUOI CONFRONTI

Il 20 settembre di 72 anni fa nasceva Mia Martini. Tanti, troppi, i ricordi ipocriti che l’hanno inseguita, soprattutto quest’anno. Lei, che nella sua carriera più che essere inseguita è stata evitata come la peste. Ora invece è una gara a chi, ricordandola come amica, prova a smarcarsi dalle responsabilità di avere osteggiato la carriera di una voce meravigliosa. Forse la più grande voce di tutte, come disse Mina, non proprio una uscita da un talent qualunque. La verità è che tutti hanno responsabilità, anche quei colleghi che, stando in silenzio, non mossero un dito per salvarla dalla gogna che le impediva di cantare in trasmissioni televisive, e che oggi si millantano senza macchia. Niente di nuovo nel nostro Paese: si prendono le persone pubbliche, le si umiliano e solo tardi ci si ravvede. Un fenomeno pericolosamente in crescita oggi più che mai con gli haters del web: basta un commento cattivo fatto su un social, due idioti che seguono il trascinatore, e si rischia di fare del male a chiunque. La popolarità genera invidia in chi farebbe di tutto per ottenerla, il talento innato crea la rabbia in chi sa di non averlo. Mia Martini, suo malgrado, era dotata di entrambi. Chi si nascose dietro al silenzio senza prendere le sue difese, cercò di approfittare della possibilità di non avere la più grande rivale in mezzo ai piedi. Senza però fare i conti con il pubblico, che non ha mai smesso di amare quella voce incredibile, diventata più roca e affascinante dopo un intervento alle corde vocali che rischiava di comprometterne la carriera.

LE FANNO ANCORA MALE

La fiction di successo ‘Io sono Mia‘ con la bravissima Serena Rossi ha sensibilizzato una volta di più il pubblico sulle malignità che hanno distrutto Mimì e sulla sua incredibile forza d’animo. E ha aperto altresì il varco per inserirsi nuovamente nella scia degli amici di Mia, che quando era in vita probabilmente non sapeva di avere tutti quegli amici. O forse a un certo punto li evitava anche lei conoscendone l’ipocrisia. Quell’etichetta ignobile andava denunciata, e negli anni lo si è fatto. Ora però basta, è arrivato il momento di eliminare del tutto quella macchia assurda. Parlare sempre di quella brutta vicenda che la additò come portasfortuna serve solo a chi vuole togliersi dalla mischia dei suoi carnefici, e a evitare che ci siano in futuro altri casi terribili come questo. È utile a chi canta ora, e magari cantava giá all’epoca di Mia, cercando in quel silenzio sempre il proprio interesse di personale successo. E magari toccavano ferro. Serve a insinuare il dubbio che comunque esista qualcosa in grado di determinare i nostri destini, dimentichi dell’homo faber fortunae suae che ci raccontava Pico della Mirandola. Non serve però a omaggiare Mimì, che era l’interprete straordinaria di canzoni ancora oggi memorabili. ‘La nevicata del ’56’, ‘Gli uomini non cambiano’, ‘Cummè’, ‘Stiamo come stiamo‘-tutte canzoni nate dopo il ritorno sanremese dell’89 di ‘Almeno tu nell’universo‘, nemmeno citate in quella fiction che avrebbe meritato due puntate per risultare meno sommaria- furono solo gli ultimi incredibili suggelli di una carriera che era ripartita e doveva proseguire ancora per tanto tempo.

RICORDIAMO I SUCCESSI

Mia Martini avrebbe compiuto 72 anni, si è spenta a 47. Decisamente troppo presto. Tanta musica, immense emozioni, assoluta intensità di interpretazione. Che il tempo non cancella ma offusca a favore di quello che fa più comodo ricordare. Si fa ancora un torto a Mia Martini quando dopo tanti anni la si ricorda partendo dal suo rapporto complicato col padre e con la scaramanzia dell’ignoranza mediatica. Si racconta ancora poco di Mia Martini. Mimì che cantò il misticismo cristiano senza vergogna (‘Gesù è mio fratello’, ‘Preghiera’), che vinse il Festivalbar due volte con la sua struggente e ineguagliabile interpretazione di ‘Piccolo uomo’ e ‘Minuetto’. Mimì che cantò il femminismo più autentico (Io donna, io persona), che emozionò con ‘E non finisce mica il cielo’ al punto da portare gli organizzatori di Sanremo a creare un premio della Critica ad hoc per rimediare alla sua mancata vittoria. Quel successo che non arrivò mai sul primo gradino del podio deciso dalle solite giurie senza arte né parte, ma che arrivò nelle vendite e prima ancora nei cuori della gente a cui ha raccontato l’amore. Come in ‘La costruzione di un amore’, ‘Per amarti’, ‘Sentimento’. Perle preziose come ‘Libera’, ‘Grande più di lei’, ‘L’amore é il mio orizzonte’, ‘E ancora canto‘, sono brani quasi mai ricordati, talvolta conosciuti solo dopo la sua morte, che appartengono a un repertorio vastissimo nella sua breve ed emozionante carriera nata al Piper. Tra mille ostilità delle colleghe, con autori di raffinata delicatezza poetica come Califano, Fossati, Baldan Bembo e Lauzi pronti ad affidarle brani destinati alla storia (sebbene magari lasciati nel cassetto per anni), con autori internazionali come Bacalov e Aznavour che la corteggiavano per i loro eventi internazionali e con autori invece emergenti come Baglioni e Minghi che le scrissero quei brani che a volte sfuggono alle radio ma non al cuore di chi ascolta, che vede più degli occhi dei critici.

Così ricordiamo Mia Martini, con quella risata fragorosa ed elegante che le faceva amare la vita, nonostante i dolori e le depressioni che lei stessa non si tirò indietro dal cantare sin dai suoi primi lavori. Sabato sera, al Teatro Nuovo di Milano, andrà in scena la settima edizione di ‘Buon compleanno Mimí’, e sarà una vera festa con tanti artisti -da Rita Pavone a Tricarico, Syria, Bernabei, Carone, Dear Jack, le Deva, Mariella Nava, Silvia Salemi, fino alla giovanissima e promettente Giordana Angi, che alterneranno brani del loro repertorio a quelli della grande Mia. La serata è organizzata dall’Associazione Minuetto, che ha sede a Milano in zona Lambrate e da anni aiuta i giovani talenti a esprimersi secondo la filosofia di Mia Martini: fare la musica che piace a loro, prima che alle etichette. Una vera festa, un omaggio vero, senza le ipocrisie e quei patetici ‘mea culpa’ sulla sfortuna che fanno solo male una volta di più a Mimì. Chi vuole farli, e deve farli, usi quel silenzio che gli riuscì bene anni fa, senza cercare ora di sollevarsi un peso dalla coscienza pubblicamente. Buon compleanno Mimì, d’ora in avanti vogliamo ricordarti solo per la tua immensa e inimitabile voce e le interpretazioni sempre innovative che hai regalato.

Massimiliano Beneggi