Il Pranzo è servito è tornato. Da lunedì scorso su Raiuno ha ritrovato collocazione nel palinsesto televisivo la storica trasmissione degli anni Ottanta. A renderla celebre (sulle reti Mediaset) furono il suo ideatore Corrado, ma anche Claudio Lippi e Davide Mengacci, che portarono il programma anche in prima serata.

Evidentemente i paragoni col passato non devono nemmeno spaventare troppo il conduttore Flavio Insinna, qualche anno fa già al timone di un’edizione de La Corrida. Tutto sommato sarebbe anche abbastanza insensato cercare un confronto con la televisione di trent’anni fa, per quanto l’operazione nostalgia potrebbe indurre a pensare che sia inevitabile farlo.

Insinna non è Corrado: non è peggio nè meglio (perlomeno da un punto di vista oggettivo, al netto dei gusti personali di ciascuno). Insinna è semplicemente un altro presentatore. Coinvolgente, dinamico, ironico, senza risparmiare qualche frecciatina ai concorrenti, si conferma uno dei personaggi più simpatici della tv di oggi. È uno dei valori aggiunti dell’azienda di Viale Mazzini, che sa tenerlo sotto chiave per i programmi che, altrimenti, non raggiungerebbero gli stessi picchi di divertimento.

L’obiettivo non è far comprendere agli adulti che gli spettacoli di ieri non sono più replicabili con gli stessi crismi di un tempo, bensì trasmettere ai più giovani l’idea che esistano programmi diversi dai reality. Giochi semplici, curiosi, che non cambiano in effetti la nostra sensazione di trent’anni fa: la parte più bella (e più attesa) rimane quella del pulsante che di tanto in tanto aziona la ruota e fa partire la celebre musica composta da Augusto Martelli.

I colori bianco e azzurro continuano a metterci quella pace che creavano un tempo. Lo stile familiare e mai volgare accomuna Insinna e Corrado. E in effetti, con dovuti ritmi diversi che non possono non tenere conto del tempo passato, anche il nostro interesse è il medesimo di un tempo.

Ci terrà compagnia per tutta l’estate. Al netto degli ascolti bassi, criticati da qualche originale malpensante, Il Pranzo è servito funziona ancora. Solo una (non da poco) la nota dolente: l’orario, che difficilmente riusciamo a digerire: Alle 14, il Pranzo ormai non è quasi servito nemmeno nel Sud Italia: sentir parlare di pastasciutta all’ora del limoncello è decisamente meno poetico, e forse non giova nemmeno all’Auditel. Si poteva andare in onda prima del Tg1, spostando le ennesime repliche di Don Matteo.

In generale, però, lo sforzo della Rai di farci rivivere la bella televisione è più che apprezzabile. Scommessa riuscita, a prescindere dagli ascolti.

Massimiliano Beneggi