Signora mia compie 50 anni. Era l’estate 1974 quando Sandro Giacobbe lanciava al Festivalbar la famosa canzone che dava il titolo al suo primo album. Un brano che ha fatto sognare e innamorare tanti ragazzi, con una melodia romantica che avrebbe caratterizzato non solo l’intera discografia di Sandro Giacobbe ma persino di tutto un decennio, di cui Giacobbe è icona indiscussa. Se oggi tutti puntano al tormentone, un tempo c’era anche chi poteva contare su autentiche poesie da ballare come lenti. E piacevano, eccome se piacevano.

Signora mia rappresenta infatti solo il primo tassello di una lunga carriera che vede tra i grandi successi anche Sarà la nostalgia, Il giardino proibito, Gli occhi di tua madre, Primavera, Portami a ballare, Il mio cielo la mia anima, Come va, Io vorrei.

Cantautore gentile e sincero, capace di raccontare sentimenti spesso tormentati e ai limiti dell’impossibile: una volta la suocera (Gli occhi di tua madre), l’altra volta la migliore amica della compagna (Il giardino proibito), in Signora mia era la dirimpettaia di casa. Eppure Giacobbe è un vero poeta che quest’anno ha festeggiato i 50 anni del suo primo grande successo (gli esordi, in realtà, furono qualche anno prima da autore per altri artisti tra cui Johnny Dorelli). Ci racconta così quell’estate 1974 in cui nacque il successo che divenne colonna sonora del film Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto.

Sandro, la musica non è solo di chi la fa ma anche di la ascolta. Con questo anniversario di Signora mia hai ricordato a tutti quanto tempo è passato.

Chi ha amato sin dall’inizio questa canzone avrà pensato “Mamma mia quanti anni son passati”. Io ho la colpa di averglielo fatto ricordare, ma sono invecchiati per colpa loro!

Ripensare al successo del 1974. Che emozione ti dà?

Un’emozione che si ripete puntualmente ogni volta che canto. L’evento lo scorso 19 aprile a Terrazza Colombo è stato un bellissimo e importante momento di festa. Non posso mai però andare via da un concerto senza aver fatto Signora mia, una delle canzoni più importanti che ha segnato il mio percorso musicale. La gente viene a chiedermi un autografo o una foto dicendomi che si è innamorata con questi brani; i più giovani mi dicono di avermi conosciuto perché i genitori avevano in casa un mio disco. Sono tutte emozioni impagabili e inimmaginabili 50 anni fa: il fatto che si tramandino di generazione in generazione è bellissimo per chi come me vive di musica. Si spera sempre che quello che si scrive e si canta possa entrare nel cuore della gente, ma finché non succede è un sogno. Ecco, è accaduto davvero: meraviglioso!

Signora mia ha una storia pazzesca: conosciuta persino all’estero con un testo tradotto. Se arrivasse una cover che la rilanciasse ulteriormente?

Non si può mai sapere cosa succeda nel futuro e come si muova il mercato discografico, ma quando sono cose di qualità ben vengano! Ci sono brani che non mi aspettavo potessero avere quel successo eppure lo hanno avuto: è il caso di Io vorrei, incisa da Christian Casto e con 4 milioni e mezzo di copie vendute nel 2002, ossia 12 anni dopo che l’avevo portata a Sanremo. Alcune canzoni restano ferme 30 anni e poi basta una cover a fare ripartire tutto il ciclo. Chissà.

A volte ci si dimentica che nell’album c’era anche Signora addio: stessa musica di Signora mia, ma con un testo che poneva fine alla relazione impossibile davanti alla consapevolezza del protagonista di non potere rovinare una famiglia. Come nasceva questa dissociazione tra le due canzoni?

Erano le due canzoni che racchiudevano una sorta di film: c’era un legame tra una canzone e l’altra. Un concept album si direbbe oggi. C’era un ragazzo attratto da una signora più grande: le canzoni che seguivano Signora mia avevano il filo conduttore di un amore che si consumava. Come in un film, dopo l’incontro e tutte le considerazioni che accadono durante una relazione di questo tipo, arriva la fine.

Quella canzone parlava di te.

Certo, arrivava da una storia autobiografica. Fu un’avventura di qualche tempo prima: il disco uscì quando avevo 23 anni. Nella storia, invece, ne avevo 19, mentre lei ne aveva 35. Dopo la curiosità prevalse la voglia di libertà e di una vita normale prima che diventasse troppo pesante e lei incontrasse una crisi personale e con suo marito. Fu così che, spaventati per come sarebbero proseguite le cose, quella bellissima storia, finì e nacque Signora addio.

Ci saranno concerti nelle grandi città per questi 50 anni?

Mi piacerebbe molto, anche se nelle grandi città è sempre complicato a livello organizzativo.

Sanremo come qualche cantante che si è riproposto negli ultimi anni?

Se andassi al Festival lo farei per rispettare la mia storia, non andrei mai cantando qualcosa di diverso da me: alcuni colleghi, a volte, sono imbarazzanti nel riproporsi con brani e modalità lontane dalla loro vita.

Cosa vorrebbe fare Giacobbe che non ha ancora fatto finora?

Sono anni che vorremmo fare con Marina (Peroni, ndr) un film tratto dal suo libro Senora miaCome in amore così in tango (un romanzo polisensoriale con le canzoni di Giacobbe): ci potrebbero essere nuove canzoni con una colonna sonora che viene trainata da Signora mia in italiano e in spagnolo. Speriamo che qualche produttore si possa interessare!

Massimiliano Beneggi

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