Altro che Simpson: molto meglio Adriano Celentano.
È ormai diffusa da anni la moda di andare a curiosare negli episodi della storia de I Simpson per ritrovare situazioni raccontate come assurde e poi rivelatesi clamorosamente anticipazioni della realtà. Se cercate su Google parola “Profezie”, il motore di ricerca vi suggerirà subito quelle dei Simpson, prima ancora che quelle di Nostradamus. Con 750 episodi (allo stato attuale), la serie animata ambientata a Springfield ha saputo essere visionaria, al punto di rivelare in anticipo fatti poi certificati. In ultimo, l’abito viola con cui Lisa Simpson sogna di candidarsi quale Presidente degli USA contro Trump. Praticamente lo stesso indossato recentemente da Kamala Harris. Le profezie sono talmente tante che ormai si perde il conto, ma certamente la stessa candidatura del tycoon fino a qualche anno fa sarebbe parsa improbabile a tutti, tranne che a Matt Groening (inventore de I Simpson). Ora gli americani (e a dire il vero tutto il mondo) ci credono fortemente: I Simpson profetizzano cose che poi si avverano.

Eppure in Italia abbiamo Adriano Celentano e non abbiamo mai fatto tutto questo chiasso. Sì, perché anche il Molleggiato nella sua lunga carriera (è l’artista italiano più longevo di sempre, essendo in attività dal 1956) ha detto e cantato, in tempi non sospetti, situazioni rivelatesi poi concretamente reali. Ne vogliamo citare qualche esempio.
Quando Celentano cantava Un albero di trenta piani nell’album I mali del secolo era il 1972. La canzone, che sottolinea la convinzione ecologica di Adriano contro la continua costruzione di palazzi a dispetto della natura, si chiude appunto con la visione di una casa, che l’eterno sognatore Celentano vuole sperare sia un albero di trenta piani. Circa quarant’anni dopo, ecco il Bosco Verticale di Milano. È passato invece meno tempo tra Un Mondo in Mi 7a (“C’è persino corruzione dove c’è lo sport”) del 1969 e il primo caos di calcio scommesse del 1982. La situazione, ripetutasi poi clamorosamente con Calciopoli nel 2006, è cantata nel brano dopo la frase “si divorano romanzi con gli indizi a rate”: viene da sorridere se si pensa a tutte le fiction tv che ormai, per concedersi il vezzo di fare il seguito, hanno l’abitudine a non avere un vero finale, che verrà scoperto solo nella serie successiva. Moda di oggi, più che del 1969.

Nel 1979 Celentano cantava L’uomo macchina, di cui vale la pena ricordare una frase: Ehi amico non ti accorgi che anche tu sei fatto di bulloni, il motore guida te e una macchina tu sei. È dibattito di questi giorni l’influenza che l’Intelligenza Artificiale potrebbe avere sulle Olimpiadi e sui risultati di queste. Adriano lo aveva detto in quella canzone, inclusa in un album dai toni sempre attuali: Svalutation. Anche Svalutation è un brano che fotografa un’Italia che non cambia mai coi buchi nell’economia, nonostante cambino in continuazione i governi. Attenzione, perché finirà davvero prima o poi che col salario di un mese si comprerà solo un caffè, come dice la canzone.
Vi ricordate quando Adriano a Francamente me ne infischio parlava dell’acqua come risorsa dell’economia per via dei cambiamenti climatici? Era il 1999, oggi un po’ di ragione bisognerà pur dargliela. Così come sulla caccia: nel 1987 a Fantastico fece un monologo passato alla storia della tv, ma bocciato da tanti come un discorso eccessivo. Oggi che in tanti hanno abbracciato diete vegane, verrebbe da dire che Adriano lo aveva già detto anni fa. E a proposito del Celentano santone, non possiamo non citare Joan Lui, il contestato film del 1985 che andrebbe rivisto anni dopo per essere apprezzato (è disponibile su Mediaset Infinity). Il discorso finale citava così: I partiti all’inizio sono tutti in buona fede, perché nascono sotto la spinta di un purificante momento di chiarezza, che poi svanisce col subentrare di uomini sbagliati chiamati ad amministrare questi partiti. Ma dove sono questi uomini sbagliati? In mezzo a voi sono questi uomini sbagliati, in mezzo a voi del popolo e voi non li riconoscete, anzi vi confondete con loro perché voi per primi siete dei criminali e dei disonesti e non avete voglia di lavorare e volete il divertimento facile e incolpate i vostri capi che vi governano pur sapendo che in loro si rispecchia la vostra criminalità e il vostro modo di essere!
Di esempi ne potremmo fare tantissimi altri, ma chiuderemo con una frase detta da Adriano Celentano nel 1994, ospite di Milly Carlucci e Fabrizio Frizzi a Scommettiamo che?. Rispondendo alle accuse di aver fatto un album (Quel Punto) maschilista, diceva così: “Amando molto le donne, io soffro nel vedere che la donna perde sempre di più, man mano che passa il tempo, la sua femminilità: diventano aggressive, dei manager. La donna deve mantenere la sua femminilità anche se diventasse Presidente degli Stati Uniti: può farlo, perché ha tutte le qualità, forse anche meglio di un uomo. Però deve mantenere la sua femminilità”. Capito Kamala? Lo dice Adriano, non Homer Simpson. Lo dice uno che, dopo quasi 70 anni di carriera, è ancora ai vertici di Spotify con Amore no. Uno sempre avanti, nella melodia come nelle parole.
Massimiliano Beneggi
