Dal 12 al 19 settembre 2024, si svolgerà una mostra personale dell’artista italo-inglese Serena Ingham presso la prestigiosa Galleria la Pigna a Palazzo Maffei Marescotti (Vaticano ).
La mostra raccoglierà molte delle opere religiose realizzate dall’artista, suddivise per stili e tecniche utilizzate. Si inizierà con una preziosa collezione di Icone realizzate in stile Greco-Bizantino, seguendo le antiche regole di scrittura. Saranno raffigurate alcune tra le immagini più significative di questa arte millenaria, realizzate con dorature a bolo o missione, tempera ad uovo e pigmenti naturali su tavole in legno gessate.

La mostra prevede una seconda sessione di opere di Arte Sacra, raffiguranti i principali passaggi della vita cristiana e saranno realizzati tramite dipinti a tempera ad uovo su tavola e finiture in oro puro sempre con le tecniche del bolo o della missione.
Infine chiuderà l’esposizione una collezione di disegni a tema sacro realizzati con diverse tecniche grafiche quali l’uso di matite bianche e inchiostro su carta avorio e colorata. Alcune saranno completate da finiture in oro per valorizzare l’opera. Abbiamo intervistato Serena Ingham, restauratrice di opere d’arte, specializzata in decorazione ed iconografia sacra bizantina.

Serena, oggi va di moda mettere in scena il sacro mischiato col profano. Scelta coraggiosa la tua, credente convinta.
È vero, l’arte sacra oggi spesso è rappresentata in termini dissacranti, ma io mi sento rassicurata proprio dal mio messaggio di positività armonia e bellezza. Certo è una sfida non semplice, ma ci credo fortemente.
Cosa ti fa essere così fiduciosa?
La Natura. L’uomo nasce proiettato verso l’armonia e, specie oggi che domina il nichilismo, le opere devono comunicare questo principio originario.
A cosa ti ispiri nei tuoi dipinti?
Ai Grandi dell’arte e quanto vivo nel cuore. Anzitutto sento dentro di me una profondità d’animo interessante che mi conforta. Ho studiato tecniche artistiche antiche: il disegno che utilizzo è prettamente artistico, con omaggi a Maestri del Rinascimento come Raffaello.
Il pubblico non esperto d’arte avrà necessità di essere guidato nella comprensione delle opere?
Un’opera d’arte appena vista deve essere capita sennò vuol dire il messaggio non è chiaro. Al vernissage terrò comunque un discorso preliminare, in cui presenterò cosa c’è dietro alle opere. Direi che comunque sarà abbastanza chiaro come l’arte sacra sia la fonte più grande della mia ispirazione, quindi il messaggio sarà immediato.
E il pubblico ateo potrà apprezzare?
Nel mio atelier parlo spesso di arte sacra anche con allievi non religiosi: è una forma di cultura e di arte. Bisogna sdoganare questo tabù. Noto un buon riscontro proprio perché comunico attraverso un linguaggio universale.
Ci sono santi a cui sei particolarmente devota e che magari tornano nelle tue opere?
La Vergine Maria e Arcangelo Raffaele. La prima è importante perché la madre di tutto, del mondo: è la Madre interiore. Raffaele è l’Arcangelo che protegge la famiglia e le persone che non stanno bene. Per me sono importantissimi e il pubblico troverà anche icone bizantine che li rappresentano.
In conclusione, spesso un’arte si unisce a un’altra: ci sono canzoni che ti aiutano nei tuoi disegni?
Certo, i canti gregoriani e le opere di Debussy che mi hanno accompagnato durante la lavorazione. Su tutte Reverie
La mostra prevederà per il 12 alle ore 18.00 il vernissage dell’evento per la presentazione dell’esposizione e delle attività dell’Atelier di Arte Sacra Serena Ingham. Gli orari di apertura saranno fino al 19 settembre dalle 15.00 alle 19.00 (escluso sabato e domenica).
Massimiliano Beneggi
