Zeri in più è la svolta di Laura Pausini che, duettando con Lazza, capitola anche lei in una melodia mischiata col rap. Da questo momento in poi, vuol dire che musicalmente tutto è possibile, se anche la regina della canzone romantica ha dovuto fare un’operazione del genere.

Zeri in più, in effetti, servirà a Laura Pausini per non essere più solo l’idolo dei genitori degli adolescenti, ma anche di quegli stessi teenagers, che fino a oggi non si erano mai appassionati davvero alla sua musica. Duole dirlo, ma la moda musicale è davvero cambiata troppo dai tempi de La solitudine: un cambio di passo era necessario per conquistare una platea più ampia. Sia chiaro, Laura non rappa in questa canzone, dove fa quasi tutto Lazza: la Pausini facendo l’apertura e la chiusura del brano, e accennando qua e là il titolo della canzone, si limita a essere la corista del rapper. Ad ogni modo complimenti, anche solo per il coraggio nell’ avere accettato la sfida. E bravo anche Lazza, che via via è sempre meno trapper di periferia e si sta imborghesendo con ritornelli orecchiabili.

Manca un po’ di umiltà il ragazzo, perché questa Zeri in più è l’apologia di se stesso in una canzone che appare una autobiografia. Infarcita di sarcasmo e ironia, beninteso, ma pur sempre una auto celebrazione. Vediamo come, indagando nel significato della canzone.

Zeri in più (il cui inizio melodicamente sembra una riedizione moderna di Se bruciassi la città ma già dalla terza frase si intuisce che non sarà assolutamente un plagio) racconta della crisi dei cantanti di oggi, che puntano a fare musica tutta uguale e a esibire la propria ricchezza. Non fa nomi o riferimenti sui colleghi con cui se la prende: piuttosto cita amici come Gemitaiz, che ha un tatuaggio sulla fronte con scritto misunderstood (incompreso), e Paola e Chiara con il loro Amici come prima. Quello che lascia un po’ stupiti sono alcune contraddizioni nel testo di Zeri in più.

Sì, perché a cantare il ritornello “Se morirò sarà da icona” è un giovane ragazzo che sta facendo molto bene, ma che è appena partito. Parliamo di Lazza, uno che ha venduto mezzo milione di copie con l’album Sirio, come non manca di sottolineare con poca eleganza anche in questo brano, ma che dovrebbe specificare anche di avere fatto il cosiddetto repack per far sì che il disco continuasse a vendere. Il repack, per chi non lo sapesse, è l’aggiunta di uno o due brani rispetto alla tracklist originale: specchi per allodole a cui abboccano costantemente i fan. Dunque, niente da togliere a Lazza che resta uno tra i migliori artisti in circolazione, ma forse prima di sparare sentenze su altri sarebbe meglio non si sentisse “arrivato”. Paragonarsi all’Arsenal rispetto alla Darsena, nonché a Jedi Mind o sottolineare di non aver avuto bisogno di Sanremo quest’anno per riempire i palazzetti come se fossero la Scala, sarà pure ironico ma non aiuta a fare apprezzare l’umanità di Lazza (molto più vero e sincero in Cento messaggi).

Il ritornello musicalmente è azzeccatissimo e rimane in testa, al punto da non dare nemmeno fastidio l’uso di autotune che crea in questo caso effetti sonori eco eccezionali. Ripete che il tempo passa in fretta sul suo Rolex: bene, Lazza sia consapevole che purtroppo a volte succede anche col successo, quindi la testa bassa aiuterà a conservare questa popolarità.

Ma tra riferimenti a Balenciaga (per l’errore di una campagna pubblicitaria divenuta tristemente famosa), telefilm anni ‘80 (Supercar e Miami Vice) la parola che si mette in evidenza è senz’altro Locura. Cosa si intende? Semplice, la follia di continuare questa vita tra canzoni e denaro, arrivata quasi all’improvviso. Ecco, se la musica di oggi è diventata una esplicita gara tra cantanti per chi guadagna di più, tutto diventa piuttosto squallido. Peccato, perché questa Zeri in più si ascolterà molto e musicalmente fenomenale, ma rappresenta l’ennesimo messaggio verso i giovani dell’importanza del denaro. La poesia della musica è svanita. Lazza è diplomato al Conservatorio, sa comporre bene: se lo lasciasse dire agli altri, sarebbe più opportuno. Invece questi rapper hanno l’urgenza di dimostrare a tutti i costi la loro ricchezza: succede anche a Lazza, quasi come una rivalsa sulla società. Ok, ma così la canzone sembra quella di un bue che dice cornuto all’asino. Insomma, bene ma si poteva fare addirittura meglio con un po’ di umiltà: la presenza della Pausini, nei panni di una milady voce della coscienza nello specchio, è un valore aggiunto. Voto 6.

Massimiliano Beneggi

Ecco qui sotto video e testo di Zeri in più (ovviamente quelli dei milioni guadagnati, ma anche quelli che rappresentano l’umiltà del brano).

Non lo ricordo più oramai/ se mi cercasti o ti cercai/ se mi incontrasti o ti incontrai/ ormai non è altro che una “Locura” pura pura/ una Locura pura pura

Very nice/ Supercar da Miami Vice/ Mentre sto puntando centomila al Crazy Time/Sulla base faccio tricks come Jedi Mind/ Col destino scritto sulla fronte come Gemitaiz/ Hai il ferro nel video e tolta la maschera/ Resti una barzelletta, fra’, come le mie da Cattelan

Mi auguro sto trend presto passerà/ Mettere me con te è come la Darsena con l’Arsenal/ Spegnimi la luce come un blackout/ Che mi sembra tutto fake come SmackDown/ C’è la fila nella hall al mio checkout/ Solo topi in consolle come deadmau5/ Pesce dentro paella alla valenciana/ Poi amici come prima, Paola e Chiara/ Se ascolto il tuo disco, è una tale piaga/ Di’ scusa ai bambini alla Balenciaga

 Guardami ora/ Prega per me, se morirò sarà da icona/ ‘Sti zeri in più, problemi in più, è la mia locura: Il tempo passa in fretta sopra al mio Daytona/ Però non cura

Se mi davi per morto, uh, come mai ti ho sentito?/ Fra’, stavo bene nel torto, uh, mai mi sono pentito/ “Hai fatto il disco dell’anno”, uh, l’ho letto su quel sito

Io non ho paura a dirti/, uh che ti abbiano mentito/ ah Prima della Scala, no è lo show di Jacopo/ Prendimi una scala devo appendere un platino/ Io non sono questi con le crisi di panico/ Tutti i forum pieni, pure prima dell’Ariston/ 

E penso alle mie quote, ricordo quando ancora erano poche/ ‘Sti rapper sono giovani marmotte/ Tu sei il capo di questo, lui il primo a fare quell’altro

E poi mi sembrate il mio disco: mezzo milly di copie/  Perdonami, milady, ma tutti ’sti geni dove li vedi?/ Io odio ’sta gente che non si eleva/ Quello di cui sei fan per farsi quella foto che ha in mano il cash/ Saranno un paio di mesi che preleva

Guardami ora/ Prega per me, se morirò sarà da icona/ ‘Sti zeri in più, problemi in più, è la mia locura: Il tempo passa in fretta sopra al mio Daytona/ Però non cura

Una locura/ Ti fa impazzire, poi ti prende in giro/ Se vuole, sa perfino toglierti il respiro/ Ma col passar del tempo svanirà

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