È andata in onda ieri la prima puntata di Chi può batterci?, in prima serata su Raiuno. La risposta alla domanda del titolo è già nella concorrenza di Canale 5: lo farà senz’altro Maria De Filippi con Tu si que vales.

La nuova trasmissione, prodotta da Direzione Intrattenimento Prime Time, in collaborazione con Blu Yazmine, è un fiasco di cui avremmo fatto volentieri a meno. Voto 5. Diciamolo, non ci crede nemmeno la Rai: che senso ha mandare in onda la prima puntata di sabato, sapendo già che dalla prossima settimana il sabato sera sarà ad appannaggio di Ballando con le stelle?

A condurre c’è Marco Liorni, a cui viene data la possibilità di essere persino concorrente a fine trasmissione. Lo vogliono fare apparire a ogni costo come il presentatore che sappia fare tutto. Invece questo denota ogni limite di Liorni: né carne né pesce in ogni cosa lo riguardi. Non sa dove tenere le mani, dopo tanti anni ancora non è padrone della scena. Lo salva indubbiamente l’educazione. Ma non basta, perlomeno a fare diventare simpatica una trasmissione come Chi può batterci?.

Il gioco: sei prove, ognuna delle quali è dedicata a una diversa materia. Durante ciascuna fase, uno dei membri della squadra di Liorni si mette in gioco come portavoce, cercando di ottenere il punteggio più alto possibile per il proprio team. Al termine delle sei manche, il concorrente più bravo del pubblico ha la chance di sfidare, uno dopo l’altro, tutti e sei i componenti della super squadra di Marco Liorni. Se riesce a batterli, si porta a casa un jackpot.

Lo presentano come nuovo, ma è una versione rivisitata di qualcosa che abbiamo già visto e rivisto. C’è persino una parte identica a I soliti ignoti. Davvero sono incapaci di creare qualcosa di innovativo. Compresi gli ospiti: Ivan Zazzaroni (voto 4) riesce a essere antipatico e indisponente persino quando tratta con sufficienza gli altri, che ignoravano che Ganna fosse un ciclista. La discrezione e la signorilità di Romina Power (voto 6,5) sono persino eccessive in uno show che vorrebbe fare dell’esuberanza e del dinamismo la chiave di svolta.

Il divertimento non manca, perché Max Giusti (voto 8) conosce i tempi televisivi e sa quando intervenire per alzare i ritmi di un gioco fatto troppo spesso di domande banali. Diana Del Bufalo (voto 7,5) e Pierpaolo Spollon (voto 7,5) sono simpatici e complici, in mezzo a tutta quella confusione sono a loro agio come concorrenti. Un po’ meno quando si fa appunto l’esperimento finale di scambiare i ruoli tra loro e Liorni. Sembra di assistere a spettacoli dell’oratorio, dove nessuno sa fare nulla. Onestamente non ci si attenderebbe di vedere tale show in prima serata su Raiuno, alla prima puntata.

In generale Chi può batterci non funziona: le domande dovrebbero essere un pretesto per creare l’anima narrativa al programma, invece non vengono sfruttate abbastanza. Ci si accontenta di dire che la risposta sia giusta o sbagliata, ma senza alcuna spiegazione. I ragionamenti che si fanno intorno alle domande più facili mettono in imbarazzo il pubblico da casa. E Liorni, che dalla cronaca è passato ai quiz incomprensibilmente, non ha ancora capito di essere stato miracolato nel successo de L’Eredità, dove è arrivato solo per evitare polveroni intorno a Pino Insegno. È molle, senza grinta e senza personalità.

Marco Liorni ha sempre bisogno di condurre programmi già rodati, dove non debba fare nulla se non limitarsi al copione. Non chiedetegli di inventarsi un modo di presentare: vuol dire metterlo in imbarazzo inutilmente, a spese dei telespettatori. Voto 3.

Massimiliano Beneggi

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