Il flop di Amadeus a Nove è ormai conclamato: Chissà chi è (alias I soliti ignoti) dopo appena due settimane è già a rischio chiusura per bassi ascolti. Chissà chi è infatti ormai si attesta sotto il 3% di share: dati impietosi che peggiorano a vista d’occhio giorno dopo giorno.

Secondo voci di corridoio il programma arriverà fino a Natale, poi si faranno le dovute valutazioni. Non si esclude che Chissà chi è possa quindi chiudere definitivamente i battenti e questo è il motivo per cui Amadeus e i suoi storici autori (a cominciare da Parisotto) siano al lavoro per inventarsi (finalmente) qualcosa di nuovo.

A proposito di minestre riscaldate, Amadeus il 30 ottobre lancerà anche La Corrida su Nove. È il caso di dire che sarà davvero la prova del nove. Sì, perché dopo gli insuccessi di Chissà chi è e Suzuki Music Party, manca solo il terzo flop consecutivo ad Amadeus.

Per gli addetti ai lavori questa debacle non è stata una novità. Amadeus era tronfio dei suoi Festival di Sanremo, andati fortissimo grazie a una discografia che ha deciso di tornare a puntare sulla kermesse come non faceva da tempo. Parliamoci chiaro: facile fare Sanremo quando vengono i super Big e ti puoi fare grosso dicendo no ai Jalisse. Un po’ più complicato era fare dei Festival quando la discografia non mandava cantanti di primo piano e a vincere Marco Carta o Valerio Scanu. Non a caso Amadeus non veniva nemmeno preso in considerazione all’epoca, perché per quanto bravo come direttore artistico (indiscutibile) non è mai stato un presentatore capace di reggere uno show. Ha bisogno del pilota automatico, come lo è Sanremo e come lo era Affari tuoi. Programmi che, anche nei peggiori casi, i loro ascolti li portavano sempre a casa. Il successo è della Rai, non di certe trasmissioni. Amadeus ha fatto il presuntuoso e ha pensato il contrario: ben gli sta. D’altra parte va riconosciuto che nessuno come Amadeus ha mai collezionato tanti flop.

L’edizione di Buona Domenica condotta da lui con Lorella Cuccarini nel 1995 fu la meno vista di sempre. Non andò molto meglio con Campioni di ballo. Riuscì nell’impresa di far chiudere un programma che aveva funzionato benissimo come Il Quizzone. Nel suo curriculum, Amadeus può vantare flop dimenticati come Azzardo, In bocca al lupo, Formula segreta, Uno contro Cento, Canta e Vinci, Cuore di mamma, Music Quiz. Un insuccesso via l’altro che lo portarono (ingenerosamente per la verità) ad essere messo ai margini della tv italiana. Riesumato per I soliti ignoti, Amadeus è stato addirittura sopravvalutato, senza mezze misure. Fino a fargli credere di essere il padrone della televisione italiana e persino dei gusti musicali. Il nuovo deus ex machina da cui dovevamo dipendere.

La presunzione riguarda però anche Nove. Un canale che aveva accolto Maurizio Crozza qualche anno fa, sapendo di puntare su un comico adattissimo a un certo share ma non a grandi platee. L’anno scorso con Fazio la rete ha fatto un passo in più, illudendosi di vedere negli ascolti di Che tempo che fa (bassissimi ma uguali a quelli che faceva a Raitre) l’inizio di una nuova era. Così ecco che ha puntato su Amadeus, affidandogli addirittura la direzione artistica. Difficile che Nove faccia come fece Mediaset negli anni ‘80: il terzo polo non ci sarà mai, anche se da tempo viene promesso. Il motivo? Semplice, bisogna puntare su conduttori vincenti come era all’epoca Mike, non sui bolliti che non trovano spazio altrove.

Peccati di presunzione che ora sta pagando il buon Amadeus. Chissà chi è dunque chiuderà presto. Ma chissà chi pensava di essere diventato lui, il re dei flop.

Massimiliano Beneggi

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