Nove e le sue incoerenze. Da una parte Warner Bros, dall’altra Amadeus e Fabio Fazio, che sembrano giocare partite completamente diverse da quelle desiderate dalla rete.
Mentre Amadeus è regolarmente sotto il 3% di share con Chissà chi è, che finisce ormai poco prima delle 22, l’ad Warner Bros Alessandro Araimo prova a stemperare le polemiche: “Ci aspettavamo una partenza come questa”, ma aggiunge “Ci aspettiamo anche una crescita nei prossimi mesi”. Praticamente la lettera di sfratto è pronta.

Obiettivo (giustamente) dichiarato della rete è crescere su tutti i fronti. A Fabio Fazio, però, tutto questo non interessa. Non bastasse la presenza fissa di personaggi Rai come Ventura e Paolantoni, che al tavolo finale scherzano riguardando le loro performance a Citofonorare Raidue, e Ballando con le stelle (l’anno scorso Tale e Quale Show), Che tempo che fa ieri sera ha fatto una autentica pubblicità alla serie tv su Mike Bongiorno in onda il 21 e il 22 ottobre.
Ospiti di Fazio c’erano infatti Daniela Zuccoli (moglie di Mike) e Valentina Romani, l’attrice che ne veste i panni nella serie Mike.
Dunque è chiaro: a Fabio Fazio non interessa che Nove faccia ascolti, l’importante è che li faccia la sua trasmissione, con qualunque mezzo possibile, compreso sponsorizzare le altre reti. Lo si era capito già quando lo scorso febbraio Fazio si risentì perché Amadeus (proprio lui) non consentiva al vincitore del Festival di Sanremo di partecipare a Che tempo che fa all’indomani della proclamazione. Insomma, durante la settimana guardate quel che volete, la domenica però non dimenticatevi di Che tempo che fa: questo il messaggio senza giri di parole. E Warner Bros che ne pensa?
Evidentemente è d’accordo, visto che questo gioco dura da un anno e considerando che, per tentare di fare ascolti, Amadeus ripropone trasmissioni del servizio pubblico a cui cambia solo il titolo, sottolineando però una certa nostalgia verso la Rai e le produzioni di viale Mazzini.
A questo punto diventa complicato credere alla favola di Nove, che vorrebbe diventare grande ma non ha alcuna intenzione di crescere. Nove è un po’ come quei ventenni che, pur non studiando, non fanno nulla per iniziare a lavorare: penserà a tutto mamma Rai, di cui è diventata la rete succursale.
Massimiliano Beneggi