È in scena fino al 27 ottobre, al Teatro Franco Parenti di Milano, Pandora (produzione Teatro dei Gordi e Teatro Franco Parenti), di Giulia Tollis, ideato e diretto da Riccardo Pippa. Atto unico. Durata 60 Minuti. Ecco la recensione.

IL CAST
Claudia Caldarano, Cecilia Campani, Giovanni Longhin, Andrea Panigatti, Sandro Pivotti, Matteo Vitanza. Maschere e costumi Ilaria Ariemme; scene Anna Maddalena Cingi; disegno luci Paolo Casati; suono Luca De Marinis; vocal coach Susanna Colorni.
IL TARGET
Dai 16 anni in su
LA TRAMA
In un bagno pubblico, a inizio giornata, arriva un ragazzo maniacale per la pulizia: esce dal gabinetto evitando accuratamente di toccare porte, maniglie e rubinetti se non aiutandosi con la carta igienica e, scrupoloso, tiene stretto l’impermeabile tra le gambe per evitare il contatto coi germi. Accidentalmente perde gli occhiali nel cestino. Abbandona sconsolato il bagno che, da quel momento, diventa teatro di personaggi e situazioni di ogni genere: il ribelle privo di ogni regola, il giovane cuoco fallito, l’impiegato, la manifestante, l’erotomane, gli esibizionisti, i ballerini di tango, una coppia di neosposi, la politica pronta al comizio, il cantante di strada e tanti altri. Pudore e attenzione all’igiene non esistono, succede di tutto. Fino a quando, a fine giornata, ritorna il pignolo che rivuole i suoi occhiali, finiti in quel cestino dove nel frattempo sono arrivate tante altre cose…
LA MORALE
Se è vero che teniamo tutti alla nostra intimità e a ricavarci momenti per noi stessi, è altrettanto vero che gli sconosciuti non hanno alcun valore nel nostro concetto mentale. Davanti a chi non sa chi siamo, possiamo permetterci di agire senza regole e diversi da come vogliamo apparire, purché torniamo a essere precisi nel nostro ruolo quando ci è richiesto. In pratica, esistono due mondi: il nostro, unico a cui facciamo riferimento, e quello pubblico. Ma di questo ci dimentichiamo addirittura esista: così, in un bagno di servizio, si notano cose che gli umani non potrebbero mai immaginare. Diffidenza e censura si fanno da parte per creare un luogo che diventa quasi un confessionale: tanto, ciò che accade nel bagno, rimane nel bagno.

IL COMMENTO
Se le pareti di un bagno potessero parlare chissà cosa racconterebbero: ecco, per un’ora il pubblico di Pandora vede con gli occhi di quelle pareti. Idea geniale quella dei Gordi, che ricevono una standing ovation al debutto al Teatro Franco Parenti di Milano con uno spettacolo riuscitissimo. I gesti silenziosi sono talmente efficaci da risultare parlanti: per un’ora si assiste a una sorta di Mr Bean made in Italy con sei attori. Si ride molto con ritmi fortissimi, che poi vanno via via a calare sfociando anche in storie drammatiche che, inevitabilmente, si incontrano nell’arco di una giornata al bagno pubblico. Quando rallentano i ritmi, però, finisce lo spettacolo: non c’è insomma neanche il tempo di annoiarsi.
IL TOP
Sei protagonisti si alternano in scena, portando ciascuno peculiarità artistiche da cui non si può prescindere nel giudicare lo spettacolo: su tutte, si sottolinea il canto, con un coro alpino assolutamente godibile quando ciclisti bergamaschi (nudi) e donne con un fallo finto escono dal bagno solleticando le fantasie erotiche di un avventore della toilet. Pandora fa, in 60 minuti netti, la precisa fotografia della società e dei suoi molteplici volti: ogni personaggio ha una storia (di pochi minuti) che si chiude in modo esasperato e non ce n’è uno per il quale non si dica: “Mi è capitato di aver visto davvero una persona così”.
LA SORPRESA
Il teatro della quotidianità che nessuno ha mai osato raccontare, ma che tutti abbiamo sempre bene in mente: Pandora sfrutta il bagno con una sorprendente pièce unicamente mimica (la prima parola arriva dopo 10 minuti ed è solo un “grazie”). Geniali, bravi, dissacranti, divertenti: applausi meritati.
Massimiliano Beneggi