È in scena fino al 3 novembre al Teatro Franco Parenti di Milano, Cose che so essere vere (produzione Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale / Teatro Stabile Bolzano / TSV Stabile del Veneto – Teatro Nazionale, in accordo con Arcadia & Ricono Ltd per gentile concessione di HLA Management Pty Ltd) di Andrew Bovell, tradotto da Micol Jalla. Atto unico, durata 90 minuti. Ecco la recensione.

IL CAST
Giuliana De Sio, Valerio Binasco, Fabrizio Costella, Giovanni Drago, Giordana Faggiano, Stefania Medri. Regia di Valerio Binasco. Scene e luci Nicolas Bovey; costumi Alessio Rosati;
suono Filippo Conti
IL TARGET
Dai 15 anni in su
LA TRAMA
Rosie è una giovane australiana, sempre in cerca di avventure, ultima di quattro figli di una famiglia che pensa essere graniticamente solida. Al ritorno da un viaggio in Europa, dopo una relazione fallita, scopre però dinamiche che non aveva mai visto e che l’avevano portata a idealizzare la sua famiglia perfetta. Una sorella ha deciso di abbandonare marito e figli dopo essersi innamorata di un un altro uomo sposato; un fratello ha deciso di cambiare sesso dopo aver sempre taciuto la sua omosessualità anche con la ex ragazza, mentre l’altro fratello è un cocainomane che ha fatto i soldi lasciandosi coinvolgere in malaffari destinati a indebitare la famiglia. Tutte queste situazioni le aveva già percepite anzitempo Fran, la mamma dei ragazzi che con un sesto senso ha sempre saputo intuire i problemi dei propri figli. Come lei, anche Bob il marito apparentemente più ingenuo di cui Fran esprime i pensieri che lui vorrebbe censurare. Ecco la rappresentazione di rapporti genitori-figli, con la madre pronta a consolare in particolare modo i maschi e il padre a giustificare le difficoltà femminili. Genitori pronti a trovare costantemente una soluzione, previdenti per la prole ma non sempre per se stessi. È così che Fran aveva messo da parte un gruzzolo di soldi che salverà il primogenito, rischiando di ridurre però in ginocchio la famiglia. Gli equilibri si sposteranno ancora una volta con l’ultimo inaspettato dramma, senza rimedio. Resterà solo contare le cose autenticamente certe della vita: in quel breve elenco, l’amore della famiglia si rivelerà al primo posto.
LA MORALE
“Quando i genitori dicono di non aver fatto mai mancare nulla ai propri figli, confessano la più grande idiozia”, affermava poco tempo fa Paolo Crepet. Ecco, Cose che so essere vere affronta proprio questo tema: proteggere i figli e la famiglia cosa comporta? Sicuramente sacrifici, ma sono quelli più umani e che ci restituiscono più energia di prima, perché ci fanno tornare alla nostra essenza. La famiglia è ciò che ci appartiene e conosciamo come nient’altro al mondo, il rifugio su cui inconsciamente sappiamo di poter contare sempre. Anche tra difficoltà e differenze generazionali, tra cose non dette e solo lasciare immaginare, rimarrà sempre uno scambio di aiuto. Per questo va vissuta, fino a che c’è la vita.
IL COMMENTO
Talmente vero da trasformare il pubblico in protagonista: in Cose che so essere vere si ride anche laddove nella vita reale non ci divertiremmo mai, perché la puntualità con cui genitori e figli (e moglie e marito) riescono a non essere mai sulla stessa lunghezza d’onda diventa persino comica. Eppure nella famiglia di Fran e Bob non vi è nessuno che non viva un disagio, così come in platea nessuno potrà asserire di non avere mai avuto a che fare con situazioni simili. Dunque ecco un testo curato e recitato con grande attenzione nei particolari, che racconta una famiglia piena di vicissitudini e problemi da nascondere alla società: in pratica, una famiglia normale. Ciascuno farà la propria riflessione sui diversi temi toccati in un’ora e mezza di commedia, di certo l’emozione tocca tutti e gli applausi sono lunghissimi.
IL TOP
Giuliana De Sio e Valerio Binasco impeccabilmente straordinari. Eccoli a mettere in scena lo scontro tra le preoccupazioni di una madre risolutrice, che vede il figlio maschio voler cambiare sesso e gli altri arrivare a rischiare di sfasciare la propria esistenza, e quelle di un padre consapevole dei tanti problemi in casa ma troppo pigro per occuparsi di tutto. Lei dinamica, attiva, talvolta isterica con la smania di farsi carico anche di situazioni non sue. Lui bonaccione, eternamente sicuro della vita grazie alla presenza della moglie. Vale la pena ricordare ogni tanto che abbiamo attori eccellenti in Italia, anche se il cinema se ne dimentica.
LA SORPRESA
I ragazzi sono precisi nei loro ruoli, non solo perché sappiano recitare: vanno oltre il compito e riescono a esprimere tutti i colori delle quattro diverse personalità, che creano le dinamiche richieste dal testo. Ci si concentri sulla figura di Rosie, la figlia intorno a cui ruota la morale: l’attrice Giordana Faggiano ha dunque la responsabilità di diventare forza motrice della storia, prova ampiamente superata. Bella la scenografia, con una sorprendente invenzione: la pedana su cui si svolge la scena gira lentamente ma continuamente, creando diverse suggestioni. Può significare che la vita è una ruota per tutti e, al tempo stesso, consente di vedere ogni episodio da tanti punti di vista, sempre differenti.
Massimiliano Beneggi