È uscita Montecristo, la nuova canzone di Jovanotti.

Il primo dei rapper italiani lancia questo brano introspettivo e autobiografico, che racconta il periodo della convalescenza di Jovanotti dopo l’incidente di un anno e mezzo fa. Un incidente di percorso sulla sua vita, che da quel momento è stato costretto a guardare con occhi diversi. Immedesimandosi nel protagonista de Il Conte di Montecristo di Dumas, Jovanotti ammette di aver già dovuto cambiare più volte la sua identità. Nella canzone parla di aver sempre al suo fianco quel medesimo amore che non lo abbandona nemmeno ora che lei è andata via: proprio lei lo aveva spronato a credere in se stesso fare ciò che tutti gli altri erroneamente gli sconsigliavano. Ripensando a quella convinzione in se stesso, come il Conte di Montecristo prova orgoglio per l’identità trovata ora ma altresì nostalgia.

Reggaeton che si mischia a musica orchestrale. Finché c’è la parte strumentale va tutto bene, ma quando attacca a cantare Jovanotti ci si pone sempre la solita domanda: perché cantare così? Non ci sono due note consecutive azzeccate nell’intonazione, la melodia si fa noiosa e lenta. In pratica, sembra tutto un già sentito e non convince. Jova ha ormai sprecato le sue cartucce migliori e può solo involversi? Voto 5

Ecco video e testo di Montecristo

Una sirena mi ha tagliato la strada 

Per costringermi a guardare le cose con occhi nuovi 

Con occhi nuovi 

Una sirena che sbatteva la coda 

Alzando schizzi d’acqua alti come grattacieli 

Come grattacieli 

E dopo aver girato mezzo mondo 

Col cuore in gola 

Mettendo molte vite dentro una vita sola 

Senza destinazione come un freak

O come un matto 

Sapendo che ogni passo ed ogni trick 

È per onorare un patto che ho fatto 

Un giorno dell’estate del ‘76 

Quando dissi a me stesso “Ehi 

Diventa quello che sei 

Non come vogliono loro 

Se trovi la tua voce sarà un piacere 

Anche cantare in coro 

Anche cantare in coro” 

Tu sei i miei giorni e le mie notti 

Sei nei miei slanci e nei miei rimorsi 

Sei la pena che mi incatena 

Quando mi manchi 

E anche quando sei con me 

Mi manchi 

Mi manchi 

Il conte si vendicherà 

Come succede sa sempre 

Nel libro di Dumas 

Alexandre Dumas 

Cambiando molte volte la mia identità 

Per mantenere fede alla mia dignità 

Quello che un uomo 

Quello che un uomo ha 

Quello che un uomo sarà 

Mi hanno portato via la cosa 

A cui io più tenevo 

L’amore di una donna che era luce 

Nel suo cielo splendevo 

Così ho deciso di seguire 

Anche io la via del gatto 

Che ha nove vite e un solo cuore 

E un patto che ho fatto 

Un giorno dell’estate del ‘76 

Quando dissi a me stesso “Ehi 

Diventa quello che sei 

Non come vogliono loro 

Se trovi la tua voce sarà un piacere 

Anche cantare in coro 

Anche cantare in coro” 

Sei nei miei giorni e nelle mie notti 

Sei nei miei slanci e nei miei rimorsi 

Sei la pena che mi incatena 

Quando mi manchi 

E anche quando sei con me 

Mi manchi 

Mi manchi 

Scrivo nella nebbia 

Scavo nella sabbia 

Tunnel nella rabbia 

Scappo dalla gabbia 

D’oro e di diamanti 

Brillano nel buio dei tuoi occhi 

Brillano nel buio dei tuoi occhi 

Tu sei la luna dai denti bianchi 

L’arcobaleno dei tuoi fianchi 

Sei la pena che mi incatena 

Quando mi manchi 

E anche quando sei con me 

Mi manchi 

Mi manchi 

Mi manchi 

Mi manchi

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