Certi nomi che parteciperanno a Sanremo 2025 fanno già discutere e in ogni caso restano dei punti di domanda, che ci si auspica verranno risolti grazie a canzoni così belle a cui non si poteva dire di no. Codacons ha già diffidato Carlo Conti chiedendo di fare a meno dei rapper, famosi per testi violenti. La richiesta resterà quasi certamente inascoltata, ma viene davvero da domandarsi come siano state possibili certe scelte. Analizziamo i casi più eclatanti.

In queste ore sentirete parlare di Fedez contro Beppe Sala (e viceversa). Scegliete voi chi dei due sia il più incoerente, dopo l’Ambrogino d’oro che il Comune aveva assegnato all’influencer insieme alla moglie Ferragni per l’impegno nel sociale a Milano. Fedez, da sempre paladino della sinistra, si è scagliato contro il sindaco meneghino con un rap che dice così: “Milano brucia, uno stupro ogni venti ore. Beppe Sala, un influencer con la fascia tricolore”. Risposta di Sala: “Non mi sembrava che Fedez avesse contribuito alla sicurezza milanese, se vogliamo dirla tutta. E la chiudo qui”. Controreplica: “È compito tuo, non mio”. Un Fedez insomma sempre rissoso verbalmente (in quel delicatissimo rap se la prende anche con giornalisti e tanti altri), che per avere convinto Carlo Conti deve necessariamente avere presentato un tormentone orecchiabile e senza volgarità nello stile di quelli lanciati le scorse estati (si spera un po’ meno plagiati).

Non è facile fare digerire al Codacons anche le presenze di Tony Effe (quello che dice sempre bitch) e Emis Killa (non proprio tenero nei confronti della Ferragni e in del genere femminile la scorsa estate con Sexy shop). Insomma, nomi che già odorano di polemiche inevitabili per ciò che accadrà sul palcoscenico.

Non sono gli unici a fare rumore. Se è vero che non fa mai notizia un artista di sinistra, è altrettanto vero che un cantante di destra viene indicato pubblicamente come il diavolo in persona. Specie con il governo Meloni a comandare. Così non passa inosservata la presenza di Marcella Bella che, candidata (trombata) con Alleanza Nazionale a inizio secolo, ha preso parte solo altre due volte a Sanremo negli ultimi 30 anni. Al governo c’era sempre Berlusconi. All’epoca, però, Marcella era una cantante in attività: oggi, dopo tanti anni nel dimenticatoio e qualche singolo sconosciuto ai più dove c’è più autotune che voce, ci si domanda se sia stata scelta per merito o per amicizie. Di certo il video più falso di una banconota del Monopoly, in cui Marcella già col bicchiere in mano per brindare (sicura di essere nominata) faceva la finta sorpresa davanti alla tv mentre Conti annunciava i Big del Festival, non aiuta a pensare bene: nella quota senior quest’anno ci tocca Marcella. Qualcuno spieghi ai ragazzini cos’abbia combinato di interessante negli ultimi 30 anni e perché meritasse la presenza a Sanremo. Polemiche garantite, come piace a Marcella (di cui anche sul web è ancora nota una diatriba a Sanremo 1986, con Rettore).

Mettiamola così: sono tutti Big della musica, ma se avesse lasciato la lista di cantanti a quota 24 come previsto, evitando quei nomi destinati a far parlare per motivi extracanori, Carlo Conti avrebbe evitato tante polemiche inevitabili sin dai primi giorni.

Massimiliano Beneggi

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