E’ uscita Vengo a fidarmi di te, la nuova canzone di Francesco Gabbani che anticipa l’album in uscita il prossimo 21 febbraio, Dalla tua parte, pochi giorni dopo la partecipazione al Festival di Sanremo (dove Gabbani ha sempre ottenuto podi).
Il brano Vengo a fidarmi di te invita a uscire dal silenzio assordante di una società che non riesce più a comunicare: quando si diventa adulti spesso ci si isola nella solitudine, ma è altresì più possibile comprendere che un cammino possa ottenere una direzione precisa.

C’è un attacco politico di Gabbani all’ipocrisia di taluni (definiti tra le righe “cannibali”) che non impediscono naufragi delle barche di immigrati; polemica anche contro le retoriche ci portano a parlare di pace ma poi ci fanno fare guerre. Basterebbe tornare a comunicare e a non fare finta di niente per poterci fidare ciecamente negli altri, considerandoli come uno specchio di noi stessi.
Un inno insomma contro l’imperturbabilità che ormai ci appartiene, come se tutto ci apparisse normale: quel sentimento Gabbani lo chiama, prendendo come sempre spunto dalla filosofia, atarassia. Eppure, e qui si riscontra il messaggio positivo del cantautore, l’epoca in cui viviamo non sarebbe scevra di buone possibilità per fidarci concretamente degli altri, con poesia e romanticismo. Basterebbe, appunto, solo ascoltarci.
Il significato delle canzoni di Gabbani è come sempre molto interessante e accompagnato, anche in questo caso, da un ritmo incalzante e da un linguaggio che richiede particolare attenzione: così, ballando e canticchiando un ritornello orecchiabile, ci si ritrova a intonare parole importanti. Canzone ricca di speranza per una umanità migliore o, semplicemente, più umana. Voto 8.
Massimiliano Beneggi
Ecco qui sotto video e testo di Vengo a fidarmi di te.
Quanti anni servono a un bambino perché diventi uomo
Perché impari la quiete e l’abbandono
E quanti passi servono a una strada di vita in processione
Perché si faccia meta e direzione
E quante figlie ancora a naufragare per l’amore di un animale
Dottrina dei cannibali del cuore
Quanti figli la tua bocca vorace
Retorica efficace di guerre fate in nome della pace
E quante nuvole nere si contendono il sole
Quante canzoni un po’ troppo leggere ci addormentano il cuore
E in questo silenzio che fa paura
Che parla tacendo, che ci consuma
E in questa ricchezza vestita nuda
Vengo a fidarmi di te
E acqua in futuribili deserti, torma di rabdomanti
Cerca nell’aria un segno, una visione
E urla di folle metropolitane, spacciatori di fame
Velo che cela il vero e la finzione
E clienti di infinita mercanzia, atarassia
Mentre si perde nell’anonimo via vai il re dei formicai
E in questo silenzio che fa paura
Che parla tacendo, che ci consuma
E in questa ricchezza vestita nuda
Vengo a fidarmi di te
Com’è romantica l’epoca in cui viviamo
Colgo l’orgoglio e il cordoglio d’essere urbano
Sento nell’aria la canzone che non c’è
Liberté, egalité, fraternité
E in questo silenzio che fa paura
C’è un mare di gente, di vita nuda
E in questa bellezza che è sporca e pura
Vengo a fidarmi di te
