Dall’8 al 19 Gennaio nella sala Tre del Teatro Franco Parenti di Milano va in scena Acanto

Nicola Russo (1975) autore, regista, attore e fondatore della compagnia Monstera, dirige Alessandro Mor e Gabriele Graham Gasco in una pièce che è un viaggio nei ricordi di due sconosciuti, un uomo e un ragazzo, che si ritrovano nella sala di attesa di un centro di analisi per l’HIV a condividere il tempo prima di essere chiamati. 

La stanza, realizzata dallo scenografo Giovanni De Francesco, è abitata da pochi oggetti: due sedie ai lati, rivolte l’una verso l’altra, come allo specchio; al centro un monitor, che segnala i turni per levisite. 

Un luogo buio, asettico, freddo mentre fuori la natura sembrainvadere la città. 

“Come vorresti che fosse questo luogo?” chiede uno all’altro, iniziano a pensare uno spazio diverso e più accogliente in cui aspettare, prende vita così un viaggio immaginario che li conduce nei luoghi dell’eros e delle loro prime volte. 

Si mettono a confronto esperienze e modalità di incontro di due generazioni, l’uomo con il suo immaginario legato alla notte, ai parchi, alla poesia dell’intimità improvvisa con uno sconosciuto e il ragazzo con la facilità legata alle applicazioni di incontro. 

Nell’andare a visitare insieme, con le parole, i luoghi legati alle loro prime esperienze sessuali si interrogano sulla necessità della poesia e della bellezza Ricordando e rivivendo la perdita dell’innocenza si rispecchiano uno nell’altro. Condividono i propri luoghi interiori costruendo una geografia alternativa, un set immaginario dove mettersi a nudo. 

Lo scorrere dei numeri sul tabellone li riporta alla realtà, al luogo di cura in cui si trovano dove o si aspetta l’esito di un esame o si è già in cura. 

Cosa succede quando improvvisamente una malattia legata ad unimmaginario così tragico si porta via la nostra innocenza? Quali sono le domande giuste da porre e   da porsi? 

La natura e le architetture evocate dai loro racconti sono ancora lì a creare un percorso alternativo da seguire per trovare cura esalvezza.

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