Vi immaginate se, come l’Italia quando vinse il campionato Europeo di calcio nel 1968 grazie a una monetina, anche il Festival di Sanremo avesse un epilogo simile? È incredibile, ma non inaudito.

Il vincitore di Sanremo 2025 potrebbe essere deciso da un sorteggio. È un’ipotesi altamente improbabile, ai limiti dell’impossibile, ma prevista dal regolamento, che non può ovviamente avere falle. Vediamo come, sapendo che non succederà mai, insieme ad altri cavilli che è utile sapere prima che inizi il Festival.

Andando a leggere il regolamento del Festival di Sanremo, si nota infatti che in caso di ex-aequo nella classifica finale, verrebbe privilegiata la canzone che abbia ottenuto più risultati al televoto. In caso di ulteriore ex-aequo, sarebbe la classifica delle giurie Sala Stampa tv e web a decidere e, se proprio tutto sarà ancora in parità, l’ago della bilancia passerà alla giuria delle radio. Nell’eventualità in cui ancora non esista un vincitore assoluto, si procederebbe a sorteggio, oppure il direttore artistico potrebbe decretare più vincitori a ex-aequo. È chiaro che non succederà mai qualcosa del genere. Oltretutto i voti della cinquina finale quest’anno si sommano a quelli delle serate precedenti, scongiurando quindi ogni pareggio. Attenzione, perché questo ultimo cavillo potrebbe rivelarsi più che mai determinante: con la somma dei voti precedenti alla finalissima a cinque, lo scorso anno avrebbe vinto Geolier anziché Angelina Mango (su cui la Sala Stampa si trovò compatta).

Ci sono poi parti del regolamento che potrebbero più facilmente essere infrante. Anzitutto ogni artista sarà passibile di esclusione se durante il Festival farà dichiarazioni in contrasto con il codice etico e il piano di anticorruzione e trasparenza. Non saranno ammessi quindi nemmeno abbigliamenti in contrasto con l’etica Rai, né pubblicità occulte.

Le canzoni devono essere nuove: questo significa che se anche solo la musica o il testo sono già stati pubblicati generando introiti. Per intenderci, rimane in gara una canzone che sia già stata interpretata dal vivo tra pochi amici, ma quella già cantata in un concerto (che quindi genera introiti) viene esclusa. Ci saranno 24 ore di tempo dall’eventuale squalifica, per fare ricorso.

Tutto sembra impossibile, ma la storia di Sanremo ci ha dimostrato più volte il contrario. Ricordate Bugo e Morgan?

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