È in scena fino al 16 febbraio, al Teatro Martinitt di Milano, Il cappotto di Janis (produzione Centro Teatro Artigianale) di Alain Teulié. Due atti, durata 90 minuti.

Foto Fenaroli

IL CAST

Rocío Munoz Morales e Pietro Longhi. Regia di Enrico Maria Lamanna.

IL TARGET

Dai 16 anni in su

LA TRAMA

Mira è una giovane ragazza esuberante, dinamica, curiosa, apparentemente persino un po’ sfrontata. Dopo aver risposto a un annuncio, arriva a a lavorare a casa di Joseph, un signore maturo costretto alla sedia a rotelle. Contrariamente rispetto a quanto si immagina, Mira non dovrà fare da badante all’uomo (scrittore piuttosto disordinato e dal carattere spigoloso). Il ruolo della ragazza sarà infatti quello di uno spionaggio sulla ex moglie di Joseph, che sembra amarla ancora. Nemmeno Mira comprende il motivo di questa missione, ma la buona paga è un incentivo irrinunciabile. Quando, però, Joseph racconta dell’incidente in seguito al quale morì un ragazzo in bicicletta e lui rimase impossibilitato a camminare, ecco che la giovane non percepisce solo i motivi del distacco dello scrittore dalla moglie. In quel momento sembra spegnersi il suo proverbiale sorriso. Quella storia sembra riguardarla molto da vicino: il rapporto conflittuale con Joseph lentamente si trasforma in un’amicizia…

LA MORALE

Supponiamo che ciascuno abbia appeso al collo un cartello su cui vi è scritta tutta la sua vita: sicuramente risparmieremmo tanti giudizi affrettati sulle persone. Ciascuno ha i suoi motivi per essere come si presenta alla gente, anche se nella maggior parte dei casi quelle ragioni restano ignote. Al tempo stesso, un po’ di ironia aiuta a guardare diversamente la vita e a capire che prima o poi bisogna voltare pagina: il passato va affrontato una volta per tutte per poi non lasciarsi più condizionare da esso. Se lo si può fare non dimenticandosi il gusto della battuta, tanto meglio.

IL COMMENTO

Una commedia noir, che unisce battute pungenti e un mistero che resta irrisolto fino all’ultimo. Il pubblico è proiettato a cercare di comprendere perché Joseph abbia ingaggiato Mira e quale sia la storia che li accomuna. Per farlo, deve decifrare ogni minimo atteggiamento dei due protagonisti, da non sottovalutare quindi anche nei dettagli. Nei due atti, momenti di buio e musiche da giallo separano i vari momenti della storia, creando l’atmosfera senza però renderla completamente drammatica. La lettura della storia, dal punto di vista dello stato d’animo dei protagonisti, sarà resa più facile anche dalle luci che a un tratto diventano fisse, come a descrivere l’immobilismo psicofisico di chi viene colpito da un ricordo indesiderato. Tanti elementi dunque fanno sì che Il cappotto di Janis rappresenti una commedia riflessiva e piacevole al tempo stesso. Teatro Martinitt che fa sold out con uno spettacolo che riecheggia (con una storia completamente diversa) le atmosfere di Quasi amici.

IL TOP

Carlo Longhi recita il ruolo di uno scrittore freddo e severo soprattutto nel primo atto, dove comunque non risparmia certe freddure che creano ritmo. Il modo con cui piano piano trasforma il personaggio, facendolo diventare via via più simpatico e persino commovente, è una qualità che conferma grande versatilità.

LA SORPRESA

Rocio Munoz Morales è ironica, vivace ed estremamente simpatica. Puntuale nella battuta con tempi comici, credibile quando diventa drammatica. Si farebbe bene a parlare meno della sua bellezza (assoluta) e un po’ di più del suo talento: basta vedere quanta personalità riesca a dare al personaggio di Mira per rendersi conto della sua forza.

Massimiliano Beneggi

VUOI LA TUA PUBBLICITA’ SU TEATROEMUSICANEWS?

Scrivici a teatroemusicanews@gmail.com e specifica nell’oggetto PUBBLICITA’ TMN