Al Teatro Filodrammatici di Milano dall’11 al 16 febbraio, THE GAME, scritto e diretto da Gianluca Iumiento sulla base diimprovvisazioni degli attori, è un gioco teatrale di grande impatto che coinvolge attivamente il pubblico per riflettere in modo divertente e provocatorio sul tema dell’immigrazione.

Gli attori in scena (Giusi Emanuela Iannone, Silvia Lazzeri, Paolo Leccisotto, Carlo Scorrano) interpretando i concorrenti, cioè i migranti,sono chiamati a cimentarsi in un’avventura simile a un gioco interattivo condotto da uno spietato presentatore e governato dal pubblico, in cui la posta in gioco è il superamento delle frontiere e l’ingresso nell’Unione Europea. 

 

Termine utilizzato dai migranti per descrivere il processo di attraversamento illegale delle frontiere sulla rotta balcanicacon l’obiettivo di raggiungere l’Unione Europea, The Game è uno spettacolo scritto e diretto da Gianluca Iumiento sulla base diimprovvisazioni degli attori che si distingue per la sua natura provocatoria e la sua interattività, affrontando temi complessicome l’immigrazione e le severe difficoltà incontrate durante i viaggi migratori in una chiave che ricorda il gioco televisivo anni ’90.

Attraverso una reinterpretazione creativa del termine “The Game”, che qui assume una connotazione più giocosa, gli attori si cimentano in un’avventura simile a un videogioco interattivo. Assumendo il ruolo di avatar per i migranti, sono chiamati a superare una serie di sfide fisiche e umilianti per attraversare i confini lungo la rotta balcanica. Tuttavia, l’esperienza teatrale proposta va ben oltre. Sotto la guida di un presentatore dal carattere cinico e senza scrupoli, lo spettacolo coinvolge direttamente il pubblico, trasformandolo in partecipante attivo di un gioco teatrale di grande impatto.

«Espressione che i migranti stessi usano quando, parlando tra di loro, si riferiscono alle peripezie nelle quali devono avventurarsi per passare illegalmente le frontiere, The gameesplora il presente del problema migratorio e la realtà della rotta balcanica che da Istanbul porta i migranti fino a Trieste nell’Unione Europea. – spiega l’autore e regista Gianluca Iumiento, vincitore del Premio Internazionale di nuova drammaturgia di Bergen, che per due anni ha visitato i campi profughi della Bosnia, lavorato e condotto workshop di teatro con gli immigrati della rotta balcanica e gli attori professionisti dei tre paesi coinvolti: Bosnia, Norvegia e Italia – Da questa esperienza sono nati tre spettacoli che si occupano di immigrazione da tre punti di vista molto diversi.»

Continua Gianluca Iumiento, «Lo spettacolo The Game è il contributo italiano ad una trilogia che ho diretto nel 2024, finanziata da Creative Europe che ha visto coinvolti Teatro Nuovo – Binario Vivo a Pisa, il Teatro di Guerra di Sarajevo, che è uno dei due teatri nazionali di Sarajevo – iconico e di grande importanza nei Balcani perché aperto durante l’assedio di Sarajevo nel 1992, è stato un vero esempio di resilienza attraverso l’arte – ed infine Para Teatro e Film, compagnia e casa di produzione indipendente norvegese che è diventata famosa negli anni per aver sviluppato la forma di Teatro chiamata Teater Dialog, un teatro che unisce la narrativa al dibattito dialettico con il pubblico su temi tabù della società scandinava.

I tre capitoli della trilogia sono Passato, Presente e Futuro:

lo spettacolo bosniaco dal titolo We are still alive, scritto dalla bosniaca Nejra Babić esplora il trauma dei bosniaci durante la guerra, prima profughi nella loro stessa casa, poi nella loro città di quartiere in quartiere ed infine in Europa, nello specifico in Germania. Lo spettacolo ha avuto grande successo a Sarajevo e fa parte del repertorio stabile del Teatro di Guerra di Sarajevo. 

Exodus, spettacolo norvegese, scritto da Øystein Stene e diretto da me insieme a Martin Thomas, regista stabile di Para Teater, è uno sci-fi, che, ispirandosi al programma di selezione di migranti alla base della giustizia sociale di cui la Norvegia si vanta, tratta di un mondo futuro dove viene istituito un programma internazionale che seleziona i candidati per il nuovo pianeta sul quale l’umanità è costretta a emigrare, viste le condizioni inabitabili della Terra. Il pubblico è chiamato a partecipare ai criteri pseudo scientifici di selezione per vincere la possibilità di emigrare nello spazio. Lo spettacolo mette a nudo i pregiudizi nascosti e l’ipocrisia dei Paesi dominati da un falso politicamente corretto.

The Game, infine, è costruito come un grande Game show dove degli avatar condotti da un presentatore cinico devono improvvisare cimentandosi in prove fisicamente estenuanti ed umilianti per passare le frontiere, il tutto incitato dal pubblicodiviso in squadre che tifa per il proprio concorrente. Ma The Game è anche Fanta politica in stile Ionesco con vere e proprie elezioni ed un rapido viaggio nel futuro per vedere come le grandi democrazie occidentali risolveranno il problema migratorio.»

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