Qualche giorno fa, alla vigilia del Festival di Sanremo, la Rai ha presentato ricorso contro il TAR che aveva deciso di indire un bando per l’organizzazione della kermesse canora a partire dalla prossima edizione. Una decisione che in pratica metterebbe fine all’appalto assegnato automaticamente alla Rai dal Comune di Sanremo. La tv di Stato è parsa innervosita e si è affrettata a fare ricorso: sì, perché la voce che circola nella città di Sanremo è tutt’altro che confortevole.

Sembrerebbe che Warner Bros sarebbe disposta a fare un’offerta da 250 milioni di euro per assicurarsi il Festival di Sanremo. Una cifra inarrivabile per la Rai, che al momento se la cava con circa 100 milioni in meno.
“Se decideranno di dare il Festival alla Rai per una cifra molto più bassa, il Comune – che ha bisogno di incassare – dovrà poi giustificare questa scelta che va a discapito di altre possibili emittenti”, è la frase che più di un albergatore ribadisce a Sanremo, senz’altro con un po’ di pessimismo e con la voglia di mettere pepe.
Quel che è vero è che la Rai non si potrà permettere di perdere la kermesse più importante e quindi, come già si diceva, si troverà un accordo quasi certamente. D’altra parte la Rai è comunque proprietaria del format: alla peggio, come si fece nel 1990 per altri motivi, il Festival potrebbe spostarsi in una città vicina a Sanremo (all’epoca fu Arma di Taggia). In quel caso Nove organizzerebbe il Festival di Sanremo, togliendosi lo sfizio di replicare qualcosa fino a prima sempre rimasto in casa Rai (si spera meglio di come abbiano fatto coi terribili Suzuki Music Party, Chissà chi è, La Corrida). Mossa pericolosa, perché se poi la Rai si dimostra più capace di organizzare la kermesse altrove, a rimetterci sarebbe proprio il Comune di Sanremo. E se è vero che 100 milioni fanno comodo, è pur vero che anche con l’organizzazione attuale gli introiti certo non mancano…
Massimiliano Beneggi
