Ancora un buco nell’acqua per Striscia la Notizia. Dopo aver provato a gettare fango sulla vittoria di Olly a Sanremo 2025, insinuando favori alla manager del cantante, questa volta arriva una vera e propria disinformazione che vale la pena approfondire.
Nella puntata di mercoledì 19 febbraio, infatti, il programma di Antonio Ricci, sempre tramite l’inviato Pinuccio, ha sollecitato un duplice problema di votazione da parte della sala stampa. Entrambi inesistenti in realtà: vediamo perché.

Anzitutto Striscia la notizia sottolinea, come fosse una discriminante per la sala stampa, il fatto che i giornalisti, a differenza dello scorso anno, fossero costretti a votare tutti i cinque finalisti. Non è così. È facile intuire che 5 punti valgano più di un punto. Pertanto, supponiamo che un giornalista desse 5 punti alla canzone che preferiva e 1 a tutte le altre: sarebbe stato più forte del singolo televoto, che al massimo poteva dare 3 voti per ciascuna persona. La differenza sarebbe stata ancora più evidente se la sala stampa avesse usato questo potere nelle fasi precedenti alla finalissima, quando il voto andava da 1 a 10 (andando a sommarsi a quelli di ogni altra fase di votazione). Per essere chiari: se un giornalista avesse dato 10 a X e 1 a Y, il singolo televoto avrebbe al massimo potuto dare altri 3 punti a Y, con un peso della sala stampa che andava a essere fortissimo: 10-4, senza partita. Naturalmente stiamo ragionando come se tutti avessero agito nello stesso modo, perché il rapporto proporzionale possa essere credibile. È evidente, invece, che la sala stampa mediamente abbia dato 8 a X e 7 a Y: voti equilibrati, che però non fanno la differenza. Per seguire l’esempio sopra, in questo caso la differenza è stata determinata dal televoto, che ha fatto vincere Y con 10 punti, lasciando a 8 la sala stampa. Insomma, semplicemente i giornalisti si sono mantenuti in equilibrio, ma non vuol dire che non avessero più potere rispetto al televoto.
In secondo luogo, Striscia la notizia tramite un collega di MowMag, sostiene che la sala stampa potesse votare tutti i cantanti già prima di ascoltarli. Verissimo, quello che non viene detto però è che si potevano votare (in quanto buona parte della sala stampa aveva assistito già alle prove e agli ascolti di gennaio) ma l’invio dei dati non era possibile fino all’esibizione dell’ultima canzone. Si poteva dunque votare e, contemporaneamente, modificare il proprio giudizio, perché tanto fino al mancato invio nessuno avrebbe mai saputo del voto del giornalista.
La verità, ancora una volta, non viene raccontata da Striscia la notizia, che si rivela sempre più debole sul piano degli ascolti e purtroppo in certi casi, anche su quello della credibilità.
Massimiliano Beneggi