Terzo capitolo della Trilogia del vento di Fabiana Iacozzilli – dopo La Classe e Una cosa enorme – Il grande vuoto arriva al Piccolo, al Teatro Studio Melato, dall’8 al 13 aprile, con una messa in scena visionaria, che accosta alla narrazione teatrale il linguaggio multimediale per raccontare una famiglia e il suo doloroso, inesorabile disfacimento.

«Il punto è trasformare il dolore in bellezza. Ci riusciremo ancora?» Fabiana Iacozzilli affida a Re Lear, una tra le più cupe tragedie di Shakespeare, il compito di trasfigurare il dolore attraverso il filtro teatrale. Con il suo ultimo lavoro, l’autrice porta sul palco l’amore tra una madre malata di Alzheimer e i suoi figli, inquadrando, con una messa in scena a metà tra teatro e riprese video in diretta, le fasi dell’ultimo pezzo di strada percorso da una famiglia prima di perdersi nel vuoto. 

Scritto a partire da improvvisazioni e testimonianze dirette e ispirato ai romanzi Una donna di Annie Ernaux, Fratelli di Carmelo Samonà e I cura cari di Marco Annicchiarico, lo spettacolo ritrae un’ex attrice, colpita da una malattia neurodegenerativa, alla quale rimane solo il ricordo di un monologo shakespeariano, mentre gli oggetti di una vita – vestiti, cartoline, calamite e fotografie – fanno da sfondo, come tracce tangibili di esistenze svanite.

INFORMAZIONI


Orari: martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.30; domenica, ore 16. 

Durata: 90 minuti senza intervallo

Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro

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