È in scena fino all’11 maggio, al Teatro Arcimboldi di Milano (dopo aver riempito settimana scorsa a Trieste) il musical Mamma Mia! (Produzione Judy Craymer, Richard East e Björn Ulvaeus per Littlestar in collaborazione con Universal e NGM) di Benny Andersson e Björn Ulvaeus) di Benny Andersson e Björn Ulvaeus. Due atti, durata 150 minuti pausa compresa. Regia di Phyllida Lloyd. Ecco la recensione.

IL CAST
Ellie Kingdon – Sophie Sheridan
Farirayi Garaba – Ali
Freya Humberstone – Lisa
Sarah Earnshaw – Tanya
Nicky Swift – Rosie / Alternate Donna Sheridan
Steph Parry – Donna Sheridan
George Maddison – Sky
Elliott Baker-Costello – Pepper
Jonathan Cordin – Eddie
Stuart Reid – Harry Bright
Bob Harms – Bill Austin
Richard Standing – Sam Carmichael
William Hazell – Father Alexander / Ensemble
James Brice – Ensemble
Nicola Bryan – Ensemble
Ryan Ebbrell – Ensemble
Ashleigh Jones – Ensemble
Robert Knight – Swing / Dance Captain
KCI Lee – Ensemble
Grace May – Swing
Rachel Oates – Ensemble
Ebony Roy-Palmer – Ensemble
Nathen Scott – Ensemble
Megan Speirs – Swing
Owen Stringer – Ensemble
Richard Vorster – Ensemble
Amelia Walker – Ensemble
Ellie-Rose Walker – Ensemble
Lucy Walsham – Ensemble
Jack Warren – Swing
LA TRAMA
Sophie è prossima alle nozze con Sky, in cui ha trovato un complice e forse anche quella figura maschile che mancava nella sua vita, dal momento che la ragazza non ha mai conosciuto suo padre. Scoprendo un vecchio diario di sua madre Donna, in cui si parlava di tre grandi amori nel periodo in cui venne concepita Sophie, quest’ultima si convince a mandare l’invito del matrimonio a tutti e tre gli uomini, con l’obiettivo di conoscere finalmente il suo genitore. Si presentano tutti: ciascuno dei tre ha i propri motivi per credere di essere il padre della giovane. Devono altresì evitare l’ostacolo posto continuamente da Donna che, immaginando Sophie all’oscuro del suo passato amoroso, fa di tutto per tenere alla larga da lei e sua figlia i tre ospiti. Ne nascono scene irrimediabilmente comiche, a cui si aggiungono anche sue frizzanti amiche di Donna. Intanto la situazione e il confronto col passato, fa scoprire a Sophie il senso della giovinezza e del matrimonio, inteso proprio come completezza di una complicità acquisita prima di ogni altra cosa…
LA MORALE
L’amore di una madre per la figlia, da proteggere a qualunque costo 3 pur nei limiti dell’età non più adolescenziale; il valore di una riconciliazione; il senso di un passato per cui conta non tanto scavare quanto accorgersi dell’amore ricevuto; l’accettazione della propria storia, qualunque essa sia e indipendentemente dalla possibilità di scoprirne ogni dettaglio. Mamma Mia! racconta un po’ tutto questo, con un principio ben saldo: il vero sostegno della vita di ognuno è la propria famiglia.
IL COMMENTO
Tanto divertimento, perché la storia offre spunti di comicità ed equivoci da commedia, ma soprattutto tanta musica. La trama di Mamma mia! tutto sommato si riassume in un attimo e anche il finale è un colpo di scena che, in fondo, arriva in maniera anche un po’ troppo sommaria. D’altronde non è appunto questa la parte fondamentale del musical, bensì le canzoni. Una bella occasione per rispolverare i brani degli Abba, gruppo storico a cui ancora guardiamo ogni volta che si pensi a una band leggendaria. Atmosfere melodiche romantiche, con testi talvolta divertenti, fanno sì che ogni brano si inserisca perfettamente in una narrazione inventata su misura per legare insieme l’intero repertorio del quartetto. Rispetto ad altri musical, qui non si respira l’eccessiva forzatura nei dialoghi, ma è comunque tutto un bel pretesto. Più che mai significativo oggi che la musica soffre l’incapacità di apprezzare anche il passato: la presenza di bambini fa ben sperare per il futuro della melodia. Dialoghi e canzoni in lingua originale inglese, con sottotitoli su schermi ai lati del palcoscenico: per fortuna si canta quasi sempre, altrimenti non sarebbe così facile alternare la visione verso gli attori e quella verso la traduzione.
IL TOP
Nicky Swift (Donna) è comica, tenera e di carattere al tempo stesso: incide con la sua personalità per tutto lo spettacolo, prendendosi il maggior numero di applausi. Coreografie entusiasmanti, interpretazioni fantastiche: non una mezza stecca da parte di nessuno, questo significa sapere fare gruppo oltre che avere talento.
LA SORPRESA
Una storia di 25 anni fa, con musiche di 50 anni fa: funziona ancora tutto meravigliosamente bene, lasciando la sorprendente convinzione che quel musical nato per riempire i teatri negli anni in cui questi erano in crisi, ora sia diventato un “classico” immancabile anche in questi anni, che vedono la programmazione teatrale riscuotere sempre più pubblico.
Massimiliano Beneggi