È in scena al Teatro Manzoni di Milano, fino al 18 maggio, Vicini di casa (Nidodiragno/CMC produzioni – Cardellino srl e Teatro Stabile di Verona
in collaborazione con Festival Teatrale di Borgio Verezzi) dalla commedia Sentimental di Cesc Gay, qui tradotta e adattata da Pino Tierno. Atto unico, durata 80 minuti. Ecco la recensione.

IL CAST
Gigio Alberti, Amanda Sandrelli, Alessandra Acciai, Alberto Giusta. Regia di Antonio Zavatteri
IL TARGET
Dai 16 anni in su
LA TRAMA
Giulio è un professore di musica brontolone, cinico, sedentario, solitario, avaro. È sposato con Anna che, al contrario, ama stare in compagnia di altri e infrangerebbe volentieri alcune regole, comprese quelle di rigidità economica, pur di uscire dalla routine domestica. Una sera Anna organizza un aperitivo con i vicini di casa, contro ogni interesse di Giulio che li detesta in quanto eccessivamente rumorosi ogni volta che hanno un rapporto sessuale. Anna, però, tiene molto a questa serata e a far bella figura, tanto che ha acquistato un tappeto per il salotto, indossa una camicia nuova e ha acquistato il miglior prosciutto in circolazione per l’aperitivo. Quando si presentano in casa i due vicini Laura e Toni, basteranno pochi istanti per comprendere che il sesso sia la vera fissazione di quella coppia esibizionista, invadente, voyeur ed amante di ogni tipo di eccesso. Nonostante le promesse, non è facile per Anna e Giulio evitare di litigare anche davanti agli ospiti: questo darà a Laura l’occasione di provare a sfruttare la sua professione di psicologa persino con loro, improvvisando una terapia. Qualcosa cambierà…
LA MORALE
Conosciamo davvero chi è vicino a noi? La misura più drastica (allontanarci) è davvero la soluzione migliore se la convivenza si fa difficile? E se quelli che abbiamo sempre chiamato “difetti” dell’altro, scoprissimo in realtà che sono caratteristiche di cui sentiremmo la mancanza qualora ce ne separassimo? Perché passare del tempo (o la vita intera) con qualcuno, significa che ci sono valori che hanno unito: così per Anna e Giulio, sebbene non se lo ricordino più. Odi et amo, diceva Catullo: con Vicini di casa scopriamo come questi due verbi opposti siano spesso indissolubili, ma per accorgercene a volte occorrerebbe superare alcuni nostri limiti ed essere disponibili all’autocritica (e all’amore).

IL COMMENTO
I concetti di vicinanza e lontananza, fisica e intellettuale, sono alla base di questa commedia, dove la comicità distrae lo spettatore che abbia voglia di lasciarsi guidare dal puro divertimento. La vita da aspirante misantropo dell’uomo che si oppone a quella in costante movimento della donna: ecco rappresentata una delle più classiche situazioni familiari, con tutte le rispettive consuetudini fisiche e verbali del caso. A cambiare le sorti di questa normalità, ci pensa la presenza di quei vicini di casa che si rivelano piuttosto lontani anche nel modo di interpretare la vita. Tanto divertimento dall’inizio alla fine, in un testo che non usa equivoci, parla di sesso in modo diretto ma riuscendo a non apparire mai volgare. Ecco la commedia per chi detesta conversare in ascensore ma si trova costretto a certi convenevoli, in nome di non si sa bene quale regola di ospitalità. Al netto di alcune assurdità, questo spettacolo parla tanto delle coppie comuni, tra sentimenti di invidia e di orgoglio che si intrecciano: il pubblico vi si riconosce e, dalle risate che si sentono, emerge come probabilmente esista un concetto di normalità etica e morale molto più di quanto non immaginiamo. Ritmi serrati e atmosfera decisamente più appassionante di un qualunque aperitivo che ciascuno di noi possa avere con il proprio vicino di casa.
IL TOP
Gigio Alberti e Amanda Sandrelli formano una coppia ricca di sfumature tutte da ridere. Alberti gioca in casa nella sua Milano ed è uno spasso assoluto: il personaggio di Giulio non ha solo la prontezza di risposta ironica e sarcastica a ogni battuta, ma è parlante anche quando non parla. Dopo pochi minuti, avendone capito la personalità, il pubblico può ascoltare le battute degli altri tre e intanto osservare Giulio per catturarne all’istante la reazione. Fa ridere e regala un momento di tenerezza sul finale, che resta piuttosto imprevedibile. Sandrelli cresce nel corso dello spettacolo, con un personaggio come Anna che diventa via via più divertente quando si lascia andare ad atteggiamento impensabili secondo la morale conosciuta all’inizio.
LA SORPRESA
I tempi comici di tutti i quattro attori sono formidabili: si notano ancora di più con Alberto Giusta che, nei panni di Toni, nell’ultima parte quasi scompare dalla scena principale presentandosi nel salotto solo sporadicamente o con poche battute. Poche, ma azzeccate e con una sincronia di tempo per l’appunto perfetta. Applausi anche per Alessandra Acciai, capace di alternare due facce opposte nello stesso personaggio: la trasgressiva scambista e la professionale psicologa. Del resto, chi potrebbe sapere davvero come sono gli psicologi nella vita privata, se non attraverso il teatro? Più le persone ci sembrano vicine e più rischiamo di trovarne le caratteristiche che ci allontanano. L’unica colonna sonora è solo una radio in sottofondo di tanto in tanto, per il resto solo una battuta via l’altra, senza bisogno di musica che sottolinei i momenti: anche questa è una piccola sorpresa che sottolinea una volta di più la bravura degli attori nella loro immediata comicità.
Massimiliano Beneggi