Dopo aver attraversato, con HEDDA. GABLER. e COME TREMANO LE COSE RIFLESSE NELL’ACQUA, le parole di Ibsen e Čechov, Liv Ferracchiati – artista associato al Piccolo Teatro – torna a Milano, al Teatro Studio Melato con La morte a Venezia (15–25 maggio), produzione Spoleto Festival dei Due Mondi, Marche Teatro, Teatro Stabile dell’Umbria, Fondazione Teatro di Napoli, in collaborazione con il Piccolo.

Protagonisti Liv Ferracchiati e Alice Raffaelli.

 

«Nulla esiste di più singolare, di più scabroso, che il rapporto fra persone che si conoscano solo attraverso lo sguardo»: a partire dal romanzo di Thomas Mann, Liv Ferracchiati esplora il rapporto che unisce bellezza e atto creativo. Non un adattamento teatrale de La morte a Venezia, ma un percorso scenico, liberamente ispirato al romanzo, che combina tre diversi linguaggi: parola, danza e video. 

Una macchina fotografica su un treppiede al limitare delle onde e uno scrittore che muore su una spiaggia per aver mangiato delle fragole contaminate dal colera: distaccandosi dal tema dell’omoerotismo e della differenza d’età, rimane l’incontro a Venezia tra due sconosciuti, Gustav von Aschenbach e Tadzio.

«Il tentativo – commenta il regista – è di avvicinare questi due personaggi a noi e, allo stesso tempo, di raccontare la fatica di scrivere e come questa fatica, alla fine, sia squarciata da momenti rari, bellissimi e terribili, fatti di incontri con altri esseri umani».

INFORMAZIONI

Orari: martedì, giovedì e sabato ore 19.30; mercoledì e venerdì ore 20.30; domenica ore 16. Lunedì riposo.

Durata: 60 minuti senza intervallo

 

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