E’ ora in rotazione radiofonica Portobello, il singolo di Franco Simone, uscito a febbraio con l’album Francesco Luigi all’anagrafe.
Il brano è un omaggio esplicito a Enzo Tortora e alla vicenda giudiziaria di cui fu vittima: scambiato per un altro (quasi) omonimo, il conduttore venne incarcerato e trattato come un mafioso, vivendo anni da cui non si sarebbe mai più ripreso nemmeno quando la giustizia finalmente ebbe la meglio. La canzone è un diario in prima persona, come se a cantare fosse lo stesso Tortora, che alla fine dichiara la sua finalmente ritrovata libertà, ma purtroppo ormai è la libertà di morire. Tra le lettere di chi lo ha amato, Tortora racconta così, con la voce di Franco Simone, la tortura di quegli anni.

Non c’è parola che non tocchi in questo brano commovente. Una vicenda di cui in realtà si parla sempre troppo poco: la giustizia che non fece il suo dovere incolpando un innocente. Franco Simone usa toni diretti e parole schiette, su una musica in crescendo, con arrangiamenti drammatici (ma ritmati). I vibrati e i falsetti di Simone in pochi possono vantarli, ma anche di questi si parla sempre troppo poco: eppure riesce sempre a essere efficace nei suoi pezzi pieni di verità ed emotività. Franco è uno canta con l’anima da sempre: non si smentisce nemmeno questa volta. Voto 7
Massimiliano Beneggi
Ecco qui sotto video e testo di Portobello.
Siamo rimasti qui
Al punto di partenza
Sebbene gridi al vento
La mia innocenza
Legato a mani e piedi
Mi urlano “mafioso”
Mi trattano come un verme
Un verme schifoso
Prego caro Enzo
Un sorriso per la stampa
Che dopo andiamo giù
Mostra bene la tua faccia
Rincorrere i pensieri
Bruciare il passaporto
Un passato sicuro
Un futuro già morto
Un uomo solo con noi in palazzo
Che chiamano di giustizia
Ma qui divento pazzo
Saluti, ci dispiace
Condoglianze e pace
Il nome è uguale al mio
Ma il colpevole non ero io
Io sono rimasto dentro
Ma sono un uomo fiero
Magari ne esco fuori
Ma adesso sono zero
E lei mi scrive: “adesso
Amore mio resisti”
E intanto spunta un male
Tra i tanti imprevisti
Siamo rimasti soli
Eppure siamo in tanti
Condannati ingiustamente
Dignità gettata ai venti
Ma non mi scordo di quella gente
Che grida e non ottiene niente
Non siamo a Portobello
Qui si gioca con la vita
Non c’è più da scherzare
Io sono un uomo libero …
Libero di morire