Si è conclusa con la vittoria di Adolfo Durante la prima edizione di Like a Star, lo show condotto da Amadeus su Nove. Un programma che ha fatto flop sin dalla prima puntata, raccogliendo uno share incapace di andare oltre il 2.4%.

Tante le accuse al programma di essere una fotocopia di Tale e Quale Show, mentre Amadeus non smetteva parlare di trasmissione nuova. In effetti il format prevedeva i soliti tre giurati dietro a una scrivania (Elio, Serena Brancale, Rosa Chemical) a scegliere i migliori team di imitatori di grandi star. Inutile dire che nella maggior parte dei casi si trattava di caricature, ben lontani dall’assomigliare a quei cantanti. Concorrenti magari intonati, ma convinti che serva urlare per sembrare Whitney Huston o che basti una voce nasale per essere come Celentano. Anche il trucco in teoria faceva il suo: spesso con risultati pessimi. Si aggiunga l’odiosa ostinazione di Amadeus a porsi in quel modo ingessato che lo aveva caratterizzato nei suoi cinque Sanremo: niente da fare, non riesce a uscire da quel personaggio di deus ex machina delle gare musicali, sentendosi probabilmente anche un rivoluzionario dei nostri tempi. Non mancano, anche durante la finale, alcune frecciate: “Dico sempre che il tempo sistema tutto”, afferma Amadeus con l’aria di chi vuole togliersi sassolini dalla scarpa, dimenticando che di tempo ne è passato ormai dal primo flop su Nove. Eppure le cose non sono mai cambiate, ergo le critiche continueranno a esserci.

Insomma, Like a Star era stato annunciato come un importante evento televisivo ma, dopo gli insuccessi della stagione di Amadeus, avevamo capito sin dal principio che sarebbe stata un’avventura perdente. Attese confermate, ma finalmente il calvario è finito.

La vittoria di Adolfo Durante, uomo barbuto che canta Mina con una voce che non c’entra nulla con quella della cantante ma che è comunque molto acuta, serve proprio a cancellare i dubbi sulla copia del programma a Tale e Quale Show. Anche per chi non ha mai visto la trasmissione, il volto di Durante resterà impresso e siccome non somiglia fisicamente a Mina sarà più facile immaginarsi un programma diverso. No, per chi non lo avesse visto lo confermiamo: Like a Star era un prodotto di scarsa qualità, degno di una tv locale. Concorrenti impreparati, giurati che ogni tanto dovevano fingere di emozionarsi. E se Elio (il migliore) e Brancale salvavano tutto con la loro simpatia, per Rosa Chemical ci si domanda se basti l’amicizia con Amadeus per considerare questo ragazzo un cantante in diritto di dare giudizi su altri.

Durante provava a imitare Mina, senza successo, con lo stesso occhiale e il tentativo continuo di ricalcarne le espressioni del viso. La vittoria è stata utile, anche per lanciare l’ennesimo messaggio queer. Bravissimo, ma sia consentito di dire che Mina con la barba fa un po’ impressione però. Sipario su un programma che sarebbe francamente inutile ribadire, nell’epoca in cui persino il programma di Conti ha stancato: del resto, è dai tempi di Re per una notte (anni ‘90, con Gigi Sabani), quindi Momenti di gloria (con Mike) che vediamo queste gare canore fra sosia. La noia ha cominciato ad esserci già da qualche tempo…

Massimiliano Beneggi

VUOI LA TUA PUBBLICITA’ SU TEATROEMUSICANEWS?

Scrivici a teatroemusicanews@gmail.com e specifica nell’oggetto PUBBLICITA’ TMN