È andata in onda ieri su Canale 5 la prima serata di Battiti Live 2025. L’evento musicale targato RadioNorba, organizzatrice da ben 25 anni e che infatti ha già trasmesso in diretta ogni singola puntata che ora vediamo in differita, è diventata ormai l’appuntamento estivo di casa Mediaset. Quello che ha sostituito nell’immaginario collettivo il prodotto di casa Fascino, Summer Festival, e l’ancor più storico Festivalbar. Quest’anno si va in onda da Molfetta, con finestre su varie città pugliesi.
Tante canzoni, tanti Big. A differenza delle prime edizioni, ormai sono solo i numeri uno della musica italiana a prendere parte a Battiti Live. Ecco perché funziona, coinvolgendo e facendo inevitabilmente cantare anche da casa: i protagonisti non si limitano a interpretare solo i brani di questa estate, ma persino quelli portati al successo in passato. Fedez, per esempio, canta anche Senza pagare, che aveva fatto il boom nell’estate 2017.

Il format è diverso da quello di Festivalbar, a cui può si assomiglia solo per la stagione in cui va in onda e per il fatto di essere trasmesso da una piazza. Innanzitutto non vi è gara; ogni artista canta almeno tre brani, proponendosi così in un’esibizione più completa che spesso diventa un medley; non esiste il mitico doppio album rosso e blu.
Impossibile annoiarsi con Battiti Live, anche perché i momenti di intrattenimento con i conduttori (Ilary Blasi e Alvin con Nicolò De Vitiis) servono giusto da collante tra un artista e l’altro, non durando mai più di due minuti. Per fortuna. Una caratteristica di Battiti, infatti, è la pedissequa ossessione di voler imboccare il giovane pubblico in prima fila con domande ai cantanti che nella maggior parte dei casi non interessano a nessuno, probabilmente nemmeno a chi ha accettato di porre quella domanda. Un po’ come quando viene chiesto a Olly quale sia il regalo più bello ricevuto dai fan in carriera. Tutto talmente artificiale da risultare persino più odioso delle riprese sullo stesso pubblico che, a favore di telecamera, urla le parole delle canzoni mentre viene continuamente inquadrato, talvolta più degli stessi cantanti. In effetti questa è la cifra principale di Battiti: la musica come linguaggio comunicativo del popolo prima di tutto. Solo che la smania di apparire da parte del popolo ricorda quella delle ragazze di Non è la Rai.
Sullo stesso principio, sono i cantanti stessi a rivolgere in molti (troppi) casi il microfono verso il pubblico: sicché i brani cantati dal vivo sono sempre sporcati dall’interpretazione corale della piazza. A volte è preferibile il playback, che qualcuno ancora adotta dall’inizio alla fine: tra questi Cristiano Malgioglio, senza fiato quando parla dal vivo e lontano da ogni nota quando prova a intonare a cappella Bailando di Enrique Iglesias. A un certo punto con Malgioglio sembra di vedere, nel gran chiasso, un’edizione qualunque dei Capodanni in piazza.
L’atmosfera è comunque quella estiva, di una trasmissione spensierata da poter guardare in compagnia divertendosi. Blasi e Alvin insieme funzionano e sono meno urlatori di tanti altri conduttori del Festivalbar. Lo show è godibile anche perché le canzoni, fatte salve quelle di triGNO( vincitore Amici ‘24), le conosciamo tutti.
Ora che Battiti Live è così popolare e ricco da potersi permettere fior di artisti, sorge però spontanea la domanda: perché non tornare a organizzare Festivalbar, che fu ufficialmente stoppato per motivi di costi? È chiaro che alla base ci sia un problema legato al marchio, appartenente alla famiglia Salvetti: basterebbe trovare un accordo e consentire nuovamente un’organizzazione lineare. Ne gioverebbe anche lo spettacolo, che sarebbe senz’altro migliore di un prodotto come Battiti, vincente ma con un potenziale ancor più vincente. Anche perché, ammettiamolo, una classifica finale il pubblico la vuole sempre: questa grande parata di artisti non è molto diversa da Radio Italia Live o da Tim Summer Hits.
Massimiliano Beneggi