Prima Striscia la notizia, senza filtri come sempre, poi Piersilvio Berlusconi più pacato (Ad Affari tuoi si vince senza particolari meriti, una tipologia simile al gioco d’azzardo), quindi Gerry Scotti che in un’intervista dichiara “Affari tuoi somiglia più a una riffa, si avvicina alla ludopatia”. In casa Mediaset ormai si sono convinti che Affari tuoi sia un incentivo al gioco d’azzardo. Accuse pesanti, asserite con grande sicurezza. Ma è davvero così?

Affari tuoi andò in onda per la prima volta nel 2004/2005, quando a condurre c’era Paolo Bonolis che, la stagione dopo, tornò a Mediaset. A condurre il gioco dei pacchi su Raiuno arrivò quindi Pupo che, non avendo mai fatto mistero di essere stato seriamente ludopatico, non perdeva occasione in ogni puntata di ricordare il valore del denaro e di come la sua storia non fosse esemplare. “Ma questa è un’altra storia”, diceva Pupo ogni volta che si addentrava nell’argomento. Nel preserale di Canale 5, intanto, Bonolis provava a lanciare Fattore C, che altro non era che Affari tuoi con dei busti di personaggi famosi al posto dei famosi pacchi. Un flop clamoroso, indicato da subito come un vero e proprio plagio: trasmissione chiusa dopo poche settimane. Mediaset, però ci aveva provato, verrebbe da dire. Ma non era stata comunque la prima volta.

Molti ricorderanno il gioco finale (quello determinante al fine della vincita) di Tira e Molla, già utilizzato in precedenza da Claudio Lippi in un quiz ancora più datato: il conduttore faceva una serie di proposte con cui il concorrente poteva scambiare premi o vincere ulteriori soldi accettando o rifiutando l’offerta dicendo un semplice “sì”o “no”. Unico inconveniente: il concorrente rispondeva senza potere né sentire né vedere il conduttore. Anche in quel caso si vinceva senza nessun merito.

Meccanismo simile ma che, in fondo, nessuno ha mai obiettato a I Fatti Vostri, dove con diverse nomenclature si gareggia da sempre al medesimo gioco: anziché i pacchi ci sono le buste e in quel caso il conduttore fa un’offerta chiara al concorrente purché questo rinunci al premio contenuto nella busta. Si vince senza meriti.

La sensazione è che da vent’anni Mediaset non sappia contrastare Affari tuoi se non a suon di accuse. Una tra queste, il fatto di essere un gioco pilotato: accusa tutta da verificare e che comunque che nei corridoi di Cologno Monzese forse si farebbe bene a evitare. Di come la ruota de Il pranzo è servito fosse girata direttamente da una persona umana e non da alcun automatismo, si è detto e ridetto più volte: qualche dubbio sulla validità di tale quiz rimane.

Ammettiamolo, Affari tuoi non è il game migliore che si sia visto in tv proprio perché in effetti si vince senza meriti e il pubblico da casa non gioca. Il percorso della puntata lo sceglie solo ed esclusivamente il concorrente con la sua numerologia. Ci si può dunque domandare perché Affari tuoi piaccia così tanto con qualunque conduttore, nonostante l’effetto novità sia svanito da tempo. Dire che è un programma che induce all’azzardo però è decisamente sbagliato: la storia della tv impone un’idea diversa.

Sarà lo stesso Gerry Scotti, con la sua Ruota della Fortuna, a poter dimostrare che con un buon programma si contrasta facilmente una trasmissione di successo. Chissà che il successo di Affari tuoi, fin qui, non sia stato dovuto alla stanchezza del pubblico nei confronti di Striscia la notizia

Massimiliano Beneggi

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