Convince a metà la nuova versione de La ruota della fortuna, in onda da ieri alle 20.30 nel cosiddetto access time di Canale 5. Gerry Scotti è bravissimo a mantenere la struttura del programma identica a quella che conoscevamo con Mike: possiamo dire che Gerry sia l’unico capace di riproporre una vecchia trasmissione, facendola sua ma senza stravolgerla.

Il nuovo orario un tempo sarebbe stato penalizzante per un quiz, ma ora che anche i ritmi lavorativi degli italiani sono cambiati quello delle 20.30 non è sempre il momento della lenta digestione. Tante famiglie possono quindi giocare insieme da casa, accompagnandosi con la ruota più famosa di sempre e i suoi concorrenti. Dopo anni di papere, gaffes televisive e inchieste di Striscia, Mediaset ha quindi deciso di sperimentare una nuova fase nell’access time, con altrettanta leggerezza ma anche coinvolgimento.

C’è anche l’orchestra, chiamata in causa però una sola volta nella prima puntata: quasi come se ci fosse timore a stravolgere troppo la messa cantata della Ruota. Invece la musica funziona e rende il quiz frizzante e soprattutto su misura di Gerry Scotti, che in effetti crea in questa trasmissione la stessa atmosfera familiare e simpatica che ha sempre proposto nel Gioco dei Nove e a Passaparola.

Poi arrivano le note meno positive dell’esordio: le frasi appaiono di una semplicità quasi esagerata, potrebbe essere casuale ma guarda caso alla prima puntata si coinvolge il pubblico con tale facilità. E ancora, cosa avrebbe accusato Striscia se in un quiz Rai il concorrente avesse raggiunto il massimo delle risposte esatte, riuscendo a risolvere la prima frase con una sola lettera scoperta? Ci vuol poco a immaginare il can can che avrebbe creato Ricci.

La seconda nota dolente arriva proprio dal nuovo giochino finale, che è una provocazione ad Affari tuoi più che qualcosa di interessante. Il campione di puntata deve scegliere tre buste: in ognuna di esse c’è un premio che può andare da 5 a 200 mila euro. Per vincere la somma contenuta, deve indovinare almeno una delle frasi finali. Se indovina tutte e tre le frasi può scegliere quindi quale delle tre buste pescare: se non gli piace il premio, può provare a cambiare quella busta con una delle altre sue (sempre ammesso che abbia indovinato più di una frase). Combinazione, alla prima puntata il concorrente le indovina tutte e tre, quindi spiegare il gioco al pubblico diventa più facile. Lo scambio di premi a busta chiusa è chiaramente un’imitazione del gioco dei pacchi e l’allusione si fa più chiara quando Scotti, che aveva attaccato Affari tuoi nei giorni scorsi, dichiara: “Qui non si regalano soldi, i nostri concorrenti se li devono guadagnare”. Tutto vero, ma anche un po’ avvilente che per fare bene si debba sempre denigrare qualcun altro. Un signore quale Scotti è da sempre non ha bisogno di questi giochini, peccato. Soprattutto se poi le frasi da indovinare si riducono a quella facilità, che non giustificano tutto questo entusiasmo. Peccato davvero, perché per il resto funziona tutto, compresa la durata del programma con cui si arriva alle 21.30 senza che pesi troppo come quando Striscia allunga eccessivamente il brodo. Eliminare però il gioco finale sarà la prima mossa da fare, anche per evitare di diventare patetici.

Massimiliano Beneggi

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