In estate, da sempre, in tv si va avanti a suon di repliche. Una pratica nauseante che, con l’avvento dell’on demand, risulta ancora più inspiegabile. Se proprio voglio guardarmi un vecchio programma, ormai, lo posso fare quando voglio, senza che sia la stessa tv a impormelo.

Soprattutto, ci sono repliche e repliche, come conferma la serata del venerdì. Vanina, la serie tv in onda su Canale 5 con Giusy Buscemi, sembra una forzatura illogica: andata in onda lo scorso aprile, raccogliendo 2 milioni e 700 mila spettatori di media, difficilmente può accattivare nuovo pubblico. I fan, d’altra parte, sono freschi di una storia appena terminata. Non sarà un caso se la prima puntata in replica è stata seguita da 1 milione e 200 mila spettatori. Meno della metà di aprile.

Diverso il discorso per la replica di Raiuno, che nella stessa serata di venerdì 18 luglio manda in onda Semplicemente Fiorella, l’evento con la brava e ironica Mannoia che festeggiava alle Terme di Caracalla i suoi 70 anni. Il programma andò in onda lo scorso settembre, raccogliendo anch’esso 2 milioni e 700 mila spettatori. Si tratta però di un’unica serata, che quindi all’epoca è possibile essersi persi diversamente da come funziona per le serialità e il suo pubblico di affezionati. Inoltre un programma musicale è comunque interessante anche a distanza di mesi, persino di anni se le canzoni sono famose come quelle proposte nel Mannoia & Friends. Un compleanno che a dirla tutta sembrava più una Festa dell’Unità, perché per i cantanti di sinistra sembra offensivo mostrarsi con colleghi non ugualmente rossi: l’assenza di Enrico Ruggeri (autore del brano più rappresentativo di Fiorella) fa ancora riflettere dopo tanto tempo. Dal punto prettamente televisivo. Semplicemente Fiorella non era proprio uno dei migliori programmi che verrebbe voglia di riguardare, eppure si lascia vedere perché se non vuoi sorbirti l’ennesimo dibattito su Garlasco su Rete 4, ti accontenti di una replica musicale. Quindi ti ascolti Ermal Meta che rovina Pescatore di Pierangelo Bertoli, ma anche le castronerie di ospiti che pur di arruffianarsi la padrona di casa dicono frasi senza senso storico. Come Tosca, che ricevendo un complimento dalla Mannoia prova a ricambiare dicendo: “Prima di questa donna le donne dovevano cantare solo brani leggerini. Dopo di lei noi donne possiamo cantare la canzone d’autore”. Mina e Vanoni che guardano da casa ringraziano, pensando ai vari Paoli, Bindi, Limiti, Malgioglio che per loro hanno scritto poesie, evidentemente non d’autore secondo Tosca.

Va anche detto che Fiorellona nostra, quando tenta di ballare, è più rigida di un sasso e più scoordinata di Maria De Filippi: per quanto ci si sforzi, risulta sempre imbarazzante interpretare l’atteggiamento come quello di una donna entusiasta. Eppure nelle intenzioni è così. Bontà sua.

La fortuna della Mannoia, o la bravura del suo agente, è però quella di andare sempre in onda in periodi morti, in cui una replica musicale avrà sempre più appeal rispetto a qualunque altro programma in replica. Anche perché di fatto, ammettiamolo, che si parli di Un due tre Fiorella o di Semplicemente Fiorella o La versione di Fiorella o Una nessuna centomila, sembra di vedere sempre la stessa menata con i medesimi duetti. Praticamente un format nato per essere replicato sempre, anche quando è in diretta. Ecco perché è il più forte tra i programmi in replica.

Massimiliano Beneggi

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