Il martedì sera estivo si sta delineando come la serata dei duelli comici tra Rai e Mediaset. Su Raidue vanno in onda gli show in replica di Enrico Brignano, mentre su Italia Uno ecco il nuovo Max Working, con Max Angioni.

Una sfida fra comici di generazioni e formazioni diverse, con programmi che però non si limitano a essere semplici monologhi davanti a un pubblico in teatro. Sia Brignano che Angioni propongono vero e proprio format. Nella serata del 22 luglio, il programma di Raidue era Ma diamoci del Tour! – In Europa: Brignano intrattiene una platea con aneddoti della sua infanzia e della sua adolescenza e, nel frattempo, approfitta per raccontare al pubblico televisivo i luoghi e i popoli incontrati nel sul tour europeo. Una comicità on the road, che si traduce anche in una documentazione, dotata di telecamera, delle usanze e dei posti più caratteristici dell’estero. Formula non completamente nuova ma comunque sempre poco utilizzata: ricordate Turisti per caso, con Susy Blady e Patrizio Roversi? Ecco, l’idea è quella: qui si intreccia però anche con l’esibizione davanti al pubblico teatrale.
Angioni, invece, si trasforma in ogni puntata in un lavoratore diverso, immaginando come sarebbe stata la sua vita se non avesse fatto l’attore. Diventa per esempio il maggiordomo di un resort o l’agente immobiliare, con tante prove da affrontare davanti al capo intransigente. Il video del reality, in cui ci sono anche confessioni di Max Angioni davanti alle telecamere per spiegare le sue emozioni, si alterna pure in questo caso a battute davanti a un palcoscenico.
Idee originali, per evitare il solito cliché del comico che si propone in un monologo di due ore, difficilmente sopportabile in televisione. Bravi gli autori: attraverso modi diversi si capisce come la comicità sia qualcosa di serio e assolutamente rapportabile alla vita quotidiana, di cui diventa una chiave narrativa per prendere la vita con un sorriso, ma non per questo sottogamba. Tutto molto evidente soprattutto con Brignano e qui, come ovvio che sia, la differenza la fa l’esperienza.
Brignano è l’erede perfetto e più naturale di Gigi Proietti, capace di affrontare temi seri lanciando sempre un monito riflessivo. Il suo stesso pubblico non si accontenta di due barzellette e lui lo sa bene: nonostante sia ovviamente tutto scritto da copione, quei filmati in giro per l’Europa risultano spontanei e divertenti. Ma soprattutto colorati, dinamici.
Più macchinoso e costruito, in questo senso, Angioni. Il suo pubblico è senz’altro meno esigente, quindi lui sa di potersi permettere le solite due smorfie (non ne ha una terza) e quelle tre battute che continua a ripetere. Anche per questo, la durata molto lunga del programma non aiuta a evitare la noia. Le sue frasi dette a metà non sono chiaramente frutto di una formazione teatrale, ma di un provino riuscito a Italia’s got talent, che gli ha permesso di prendere forza e riproporsi nella stessa maniera ogni volta. Così, come al debutto a Italia’s got talent, prende di mira la religione cristiana, con l’idea di essere irriverente.
Anche Brignano non conosce il politically correct, ma ha comunque rispetto per tutti, facendo battute anzitutto su se stesso. Fine umorista che sa fare lo show da solo. Raro sentirgli dire parolacce. Angioni è l’esatto opposto: urla, dice volgarità, necessita di coinvolgere il pubblico in sala per avere un dialogo.
Nessuno può dire chi sia meglio dei due: soffermarsi ulteriormente su dettagli tecnici equivarrebbe per forza di cose a sottolineare una differenza inevitabile e quasi umiliante per Angioni. In ogni caso sarebbe ingiusto farlo. Brignano usa un linguaggio teatrale, l’altro quello social. Sono figli dei loro tempi: non ci sono meriti in questo. Max è meno esperto, forse anche sopravvalutato e comunque di sicuro non è un attore, ma gli va riconosciuta la capacità di intrattenere con qualcosa di diverso dal solito in un’epoca piena di omologazioni.
Brignano e Angioni usano modi diversi di fare ridere, per epoche differenti: una è quella di chi conosce la gavetta del teatro per arrivare in tv dopo tanti anni vedendola come un traguardo, l’altra è quella di chi approda in tv per raggiungere il teatro vedendolo come un contentino per gli spettatori che vogliono incontrarlo e chiedergli poi il selfie.
Chi guarda uno non segue l’altro ma, almeno per una sera, tutti gli spettatori davanti alla tv ridono tanto. Sia Brignano che Angioni, con platee differenti, creano un clima di leggerezza e serenità rare da vedere tutte insieme nella stessa sera. Un’atmosfera confidenziale e divertente allo stesso tempo. È già qualcosa.
Massimiliano Beneggi