C’è una bella trasmissione, che va in onda in replica su Raidue il venerdì in seconda serata, di cui non si parla mai troppo. Si intitola Paradise e la conduce il bravo Pascal Vicedomini.

Il programma è stato il late show (anche troppo late, viene trasmesso a mezzanotte e poi replicato il sabato mattina alle 8 ) di Raidue per tutta la primavera. Ospiti musicali, teatrali, televisivi e cinematografico animano la trasmissione con toni pacati e proiettati unicamente a fare spettacolo. Anzi, verrebbe da dire che sono animati dallo stesso Vicedomini, professionista assoluto del mestiere (è un produttore e sceneggiatore) che da vero maestro della scena e della comunicazione riesce a porre domande che non prevedono risposte col rischio di sfociare nella volgarità e nemmeno in argomenti che non siamo lo spettacolo. Vicedomini non strizza l’occhio ai social, nella speranza che un frammento del programma finisca in qualche reel: non c’è trash nella sua trasmissione e probabilmente a qualcuno potrà anche sembrare un po’ banale, ma il vero varietà è questo è Dio ci conservi sempre chi ancora ha la bontà di proporlo. Vicedomini conferma che a fare la differenza nei programmi è l’atteggiamento, la direzione imposta dal suo conduttore. Lory Del Santo, non costretta a parlare di gossip come altrove, può esprimere tutta la sua sensibilità e intelligenza se intervistata come fa Vicedomini.

C’è davvero di tutto in Paradise: si canta, c’è energia, e non ci si perde in chiacchiere. Anche perché (questa è la particolarità del format) tante parole sono già affidate alla grafica. Mentre c’è un ospite, infatti, scorrono in sovraimpressione notizie circa ciò che questi sta facendo, la sua carriera, curiosità. Tutte informazioni che generalmente fanno perdere tempo ai conduttori, perdendosi in complimenti a cui non credono nemmeno loro. In questo modo il presentatore (che ha il dono della sintesi) va dritto al punto e tutto risulta scorrevole. Unico inconveniente di queste scritte è che si corre il rischio di immaginare siano quelle di chiusura del programma: magari capiti su Raidue e pensi stia già finendo la puntata, quando invece è appena cominciata.

Del motivo per cui Paradise dopo tre anni non goda nemmeno di una pagina su Wikipedia c’è da domandarselo. Con una battuta Vicedomini dichiara di sentirsi il nuovo Arbore di Quelli della notte, poi si schernisce subito: la sensazione, però, è che senza fuochi d’artificio e grandi proclami, questo programma sia davvero vicino a quell’atmosfera. Si va a dormire sereni, senza l’odiosa percezione di avere assistito al late show dove il conduttore deve essere al centro, ancor più dell’ospite. Qui interessa la risposta, oltre che la domanda. Non si provoca, non si fa i gigioni a 40 anni suonati. Si fa televisione seria e spettacolo autentico.

Chissà che non ci si renda conto dell’importanza del varietà anche in prima serata prima o poi. Quello senza giurati dietro a un tavolo a dire o no. Paradise poteva essere replicato anche in prima serata: non avrebbe sfigurato e in molti lo avrebbero conosciuto ancora di più. Se il venerdì sera bisogna aspettare mezzanotte e sorbirsi il concerto di Gigi D’Alessio con ospiti originali (Mannoia, Elodie, Amoroso, ossia le stesse viste venerdì scorso in altro programma) prima di avere un prodotto di varietà autentico, forse la tv non è ancora pronta a questo salto. Ma ci arriveremo.

Massimiliano Beneggi

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