È opinione diffusa che quest’estate 2025 su non stia regalando tormentoni canori. Ma è veramente così? Cosa è cambiato rispetto agli anni scorsi?

In tanti sottolineano come Carlo Conti voglia concentrare la musica migliore nel suo Festival di Sanremo. In effetti da quando il Festival è tornato ad avere un appeal assoluto per i Big della nostra canzone, sembra proprio che gli artisti in certi casi tirino il freno sui pezzi estivi. Accadeva negli ultimi anni di Amadeus alla direzione artistica, esattamente come succedeva già nei migliori anni ‘90 di Baudo.

A cambiare, però, è anzitutto la nostra percezione: essendoci già un bel parterre di musica italiana nei mesi invernali (e ormai si parla quasi sempre di 30 canzoni in gara a Sanremo), non abbiamo più la smania del brano estivo da ripetere più volte. A questo si aggiunga che la musica sta diventando per molti versi usa e getta: ne viene prodotta così tanta, che ce la mangiamo bulimicamente senza darci possibilità di respiro. Non a caso, già si sta parlando di Sanremo 2026 che è ancora molto lontano.

Ma torniamo quindi all’estate in corso. Davvero non ci sono tormentoni estivi? La risposta è tutta nel significato che si vuole dare a questi. Se pensiamo a brani che monopolizzino l’attenzione solo su di sé, questo in effetti non avviene forse dai tempi di Despacido. Ecco, forse ci mancano (ma nemmeno troppo) i pezzi spagnoleggianti di Riky Martin o Enrique Iglesias o Alvaro Solair, ma da tempo in effetti non esiste un solo brano estivo al centro del panorama musicale. Per anni abbiamo detto che ce n’era più di uno, ovvero nessuno.

Idem quest’anno, che non è diverso dagli ultimi e non è comunque scevro di pezzi cantati e ricantati.

Se Me gustas tu è tornato in auge, rimbombando nelle radio e in tv (è anche la musica di accompagnamento de La Ruota della fortuna) il merito è di Alfa che con A me mi piace ha proposto una nuova versione italianizzata e moderna del brano. Se sappiamo riconoscere immediatamente le note di Serenata non è solo per le tante somiglianze del pezzo con altri successi, ma perché ormai Serena Brancale te la ritrovi ovunque ad alternare questa canzone con Anema e Core.

Certo, ci sono artisti come Achille Lauro e The Kolors che avevano sfornato brani talmente potenti a Sanremo, per cui quelli arrivati successivamente hanno dovuto dividersi la piazza con quelli del Festival. Altri non sono arrivati come speravano (Annalisa con Maschio, ma anche Giorgia, è ancora peggio Fedez-Clara, Brave-Toscano, Tony Effe). Manca certamente qualcuno all’appello, ma i brani di successo non mancano.

Che gusto c’è di Fabri Fibra, Bottiglie vuote dei Pinguini Tattici Nucleari, La plena: tutti brani che da settimane funzionano in classifiche Fimi e in radio. Senza dimenticare gli idoli dei giovani: Anna Pepe con Desolee e Sfera Ebbasta con Neon rimbombano negli smartphone dei ragazzi.

In queste canzoni indubbiamente non si parla d’estate, non c’è l’interesse a raccontare la stagione per diventarne una colonna sonora. La musica, però, non sta mancando. È solo cambiata la nostra percezione e, con essa, le aspettative.

Massimiliano Beneggi

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