È morto a 83 anni Livio Macchia, chitarrista e fondatore dei Camaleonti. Recentemente aveva festeggiato con un concerto i 60 anni dalla nascita dello storico gruppo. Con lui se ne va l’ultimo Camaleonte.

Le origini dei Camaleonti vanno ricercate al Santa Tecla di Milano, quando Livio Macchia, Paolo De Ceglie e Riki Maiocchi fondano la band; il nome Camaleonti viene scelto perché nelle serate dal vivo suonano vari generi musicali (rock, standard americani, ecc…) adattandosi a seconda del pubblico; i componenti del gruppo hanno avuto esperienze precedenti in altri complessi a carattere dilettantesco come i Beatnicks (1962), i Demoniaci (1963), i Marines/Mods (1964).
Il genere scelto è la musica beat, nata poco prima in Inghilterra e rapidamente diffusasi in Europa e negli USA. Coerentemente con l’intrapresa strada musicale, il nuovo gruppo si specializza nel confezionare ed eseguire cover in lingua italiana di brani celebri, frutto di una ricerca nelle classifiche inglesi e americane.
Nel 1965 il gruppo si presenta al primo “Raduno Beat” milanese dove viene notato da Miki Del Prete, collaboratore e paroliere di Adriano Celentano, che offre ai Camaleonti un contratto con la Kansas, casa discografica che gravita intorno al Clan Celentano, fondata dallo stesso Del Prete e da Domenico Serengay. Il successo arriva quasi subito, cavalcando il fenomeno beat con Chiedi Chiedi e Sha la la la la(cover di La La La La La del gruppo messicano-statunitense The Blendells) che nel 1966 vende 40 000 copie, presto bissato dal successo di Portami tante rose, rifacimento della celebre canzone di epoca fascista, che arriva all’11º posto in hit parade.
Tra i successi maggiori di Livio Macchia si consegnano certamente alla storia brani come Applausi, Eternità, L’ora dell’amore. Nel 1993 l’ultima partecipazione al Festival di Sanremo dei Camaleonti (con Dik Dik e Maurizio Vandelli) con la bellissima Come passa il tempo, che riproponiamo qui sotto.