Sul caso Matia Bazar, il web si divide. Come sempre accade in questi casi, c’è chi prende le parti di uno e chi difende a spada tratta l’altro. Ecco dunque che lo schieramento Cassano (e implicitamente Marrale/Golzi, tirati in ballo dallo stesso Cassano) si pone contro lo schieramento Ruggiero. Chi ha ragione? La diatriba, sollevata in modo forse pretestuoso da Cassano, rappresenta comunque l’occasione per ripercorrere la storia di uno dei gruppi più celebri della musica italiana.

I Matia Bazar nacquero nel 1975, dall’unione dei Jet (il gruppo di cui facevano parte Piero Cassano, Carlo Marrale e Giancarlo Golzi) e Antonella Ruggiero (solista che usava, guarda un po’, lo pseudonimo Matia e già nota ai Jet come corista). A farli conoscere fu Frank Di Cioccio della Pfm. A loro si aggiunge Aldo Stellita, al basso.
Con l’idea di attribuire il nome Matia al gruppo neonato, la formazione voleva utilizzare un sostantivo che sarebbe andata bene sia al maschile che al femminile, di fatto segnando la cifra caratteristica che non sarebbe mai dovuta mancate al gruppo: voci maschili che ruotano intorno a una voce femminile. Anche per questo i Matia sono quasi un’eccezione nella storia della musica, dove difficilmente si è vista tanta attenzione verso una donna.
Bene, dal 1975 iniziò una serie di successi: Stasera che sera!, Per un’ora d’amore e Cavallo bianco furono i primi. Nel 1977 arrivano Ma perché e Solo tu, brano destinato a vendere un milione di copie. L’anno successivo li incoronò vincitori al Festival di Sanremo con E dirsi ciao. Arrivano quindi Raggio di luna e C’è tutto un mondo intorno. Nel 1981 Piero Cassano lascia i Matia Bazar, sostituito prima da Mauro Sabbione, poi da Sergio Cossu. Ecco quindi, nel 1983 uno dei più grandi successi di sempre: Vacanze romane, che vince il Premio della Critica a Sanremo, proprio come Souvenir, nel 1985, ossia lo stesso anno del successo estivo Ti sento. Cassano, intanto, si dedica alle collaborazioni con Adelio Cogliati (insieme al quale scrive brani per il giovanissimo Eros Ramazzotti) e Alessandra Valeri Manera (sue le musiche di Pollon, Nanà Supergirl e la più recente Sailor Moon). Nel 1988 l’ultimo Festival di Sanremo dei Matia Bazar con Antonella Ruggiero: La prima stella della sera (in quell’edizione Cassano è in gara come autore di Anna Oxa, Quando nasce un amore). Dal 1989 inizia la carriera solista di Antonella: per i Matia Bazar comincia un periodo infinito di ricerca della nuova voce femminile, che non avrà mai uguali.
Laura Valente non avrà medesimo successo con Dedicato a te, presentata a Sanremo 1993. Uscito dal gruppo anche Carlo Marrale, il gruppo entra in crisi nel 1998 con la morte di Aldo Stellita. Lasciano i Matia anche la Valente e Cossu. Golzi prova la svolta richiamando con sé Cassano: coinvolgono Silvia Mezzanotte e Fabio Perversi. Intanto la Ruggiero si porta a casa due secondi posti sanremesi da solista: Amore lontanissimo (1998), Non ti dimentico (1999).
Per i Matia arrivano solo due veri successi sanremesi: Brivido caldo (2000) e Messaggio d’amore (2002). Il terzo posto del 2001 (Questa nostra grande storia d’amore) viene praticamente cancellato da un podio già troppo forte in quell’edizione (vinta da Elisa davanti a Giorgia).
Sia i Matia che la Ruggiero vanno avanti nelle loro carriere, consapevoli che il meglio ormai sia già passato. Complementari, utili gli uni all’altra: nessuna come la Ruggiero sarà mai in grado di concedere quegli acuti caratteristici della band, nessuno riuscirà a valorizzare Antonella come hanno saputo fare Marrale e compagni. Perché allora aprire questa polemica? Davvero è stata scorretta la Ruggiero nel non citare i nomi dei Matia Bazar, che sono tanti e sono cambiati diverse volte negli anni, a cominciare dallo stesso Cassano?
Quella dei Matia Bazar non è certo la prima faida interna a gruppi musicali. In Italia si ricordano ovviamente i Pooh con il celebre abbandono di Riccardo Fogli prima e di Stefano D’Orazio, 883, Le Orme, i New Trolls (i cui componenti litigarono anche per motivi burocratici, tanto che a un certo punto esistevano contemporaneamente i New Trolls, Il Mito New Trolls, La Leggenda New Trolls). Prepariamoci allo scioglimento dei Maneskin. Coi Matia è la prima volta però che si assiste a una lite postuma di oltre 40 anni, che odora molto di invidie da risolvere. Era il caso? La verità è che senza Antonella, i Matia Bazar smisero di essere i Matia Bazar. Mantennero solo il nome, ma nei fatti divennero unicamente Bazar. Tradotto, un caos senza un’idea precisa.
Massimiliano Beneggi