Con Pippo Baudo se n’è andato uno dei personaggi più sorridenti e positivi della televisione. Ecco perché Pippo piaceva alla gente e andava orgoglioso del suo essere nazionalpopolare, come fu definito a mo’ di insulto da Manca, dirigente Rai nel 1987.

Restano nella storia alcuni momenti televisivi che hanno visto SuperPippo protagonista di momenti delicati, in cui altri colleghi non avrebbero gestito con la stessa lucidità l’emozione, spesso mascherando il disagio. Abbiamo tutti in mente quella memorabile scena in cui Pippo canta Tre somari e tre briganti insieme a Franco Franchi e Renato Zero nel programma Gran Premio. Sul più bello, arriva Mascia: la ragazza, eliminata dal gioco in quella serata, getta una torta in pieno volto a Baudo che, però, non si scompone e tra le risate seguita a cantare facendo cenno ai colleghi di non fermarsi.

D’altronde nessuno si è mai accorto in diretta dello screzio con Vespa nel 2011 quando il giornalista perse le staffe perché durante il programma dedicato ai 150 anni dell’unità d’Italia furono mandate in onda le immagini dei grandi giornalisti della storia, tralasciando proprio lui. Vespa chiuse frettolosamente la trasmissione (che conduceva insieme a Baudo), ma Pippo fu impeccabile a chiudere con l’eleganza che riteneva dovuta nei confronti del pubblico.

A proposito di screzi, ve ne fu uno storico anche con Maria Rita Parsi: era il 2003 e a Novecento era ospite la tredicenne Alina, cantante in cui Baudo credeva molto. La psicoterapeuta, in collegamento, inveì contro l’idea di una adolescente in tv e Pippo, mantenendo il sorriso, le chiese cordialmente di abbandonare la trasmissione: non si va in televisione per urlare e attaccare chi ti ospita. Lezione memorabile.

Chi altro se non Pippo avrebbe potuto gestire con serenità e attenzione momenti sanremesi come l’incursione di Cavallo Pazzo, l’aspirante suicida, la morte di Villa, la protesta dei metalmeccanici? Come non ricordare la protesta del pubblico che iniziò a fischiare violentemente nel 1993 per il mancato podio di Renato Zero? Baudo riprese al volo le redini: “Andiamo avanti, comando io!”, disse perentorio indicando alla regia di seguire lui nella lettura della classifica, senza soffermarsi sulla polemica. Così come coccolò Anna Tatangelo, fischiata a Sanremo 2008 per avere ringraziato il compagno di allora, Gigi D’Alessio, ricevendo il premio del secondo posto. Difese il Festival da chi lo snobbò all’ultimo facendo saltare la scaletta, come fece Elton John nel 1995 mancando l’aereo che lo avrebbe dovuto portare a Sanremo. Con una torta sul palcoscenico, ironicamente Baudo disse: “Era per lui. Noi lo festeggiamo. Siamo più gentleman di un gentleman”.

Sempre dalla parte dello spettacolo: positivo, sempre ottimista e decisamente professionale. Per lui la tv era una missione da portare avanti col sorriso.

Lo ha sempre avuto, anche quando il 5 maggio 2002 era ospite di Quelli che il calcio. In quell’occasione la Juve vinse lo scudetto più insperato all’ultima giornata. Andate a rivedere su YouTube e scoprirete un Baudo che dopo appena un minuto, con la sua Juve subito in vantaggio già urlava ottimista “È fatta”. Non lo era ancora: serviva la sconfitta dell’Inter contro la Lazio (che in effetti arrivò). Alla fine Pizzul gli disse: “Sei stato il Dio Sole”. Era così: Baudo ha sempre portato fortuna e serenità. Forse anche per questo, dopo che lo hanno lentamente fatto fuori dalla tv, il piccolo schermo è andato in affanno. Lo chiamavano baudismo: così averne.

Massimiliano Beneggi

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