Era maggio 2021 quando andava in onda su Raitre l’ultimo programma condotto da Pippo Baudo. Si trattava di tre prime serate dedicate all’opera lirica, in diretta dall’Arena di Verona. Una delle tante sfide coraggiose di Pippo, che voleva così raccontare la cultura in prima serata, a dispetto di chi insegue da sempre solo la popolarità degli ascolti. Il teatro da sempre, con l’opera lirica, era la grande passione di Baudo.

In quell’occasione vennero raccontati Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, Pagliacci di Ruggero Leoncavallo e Aida di Giuseppe Verdi.

L’ultima apparizione fu invece lo scorso anno con La tv fa 70, quando si collegò da casa sua con Massimo Giletti chi è conduceva la trasmissione (che non ebbe però la stessa risonanza della festa dei 50 anni condotta dallo stesso Baudo, raggiungendo il 54% share).

Negli ultimi anni erano sempre più diradate le dichiarazioni di Baudo, che però non mancava di puntualizzare il suo rapporto d’amore con la Rai e il suo modo di vedere la tv di qualità. Lo fece anche quando appuntò Fedez, reo di avere fatto un monologo discusso al Concertone del Primo Maggio. Pippo, ad Adrkronos, diceva così:

Fedez ha esagerato. Poteva fare spettacolo, mentre fa ogni cosa per essere protagonista. E ha sbagliato a fare quel discorso in una sede che non era sua. L’errore che ha commesso la Rai  è stato quello di non dire semplicemente che quel palcoscenico era il suo e a lei competeva l’autorizzazione. Chiedere il testo dell’intervento di Fedez è stato senza dubbio corretto. Se tu vieni a casa mia e io ti ricevo nel mio salotto, io voglio sapere cosa ci vieni a fare. E poi gli argomenti che Fedez ha toccato sono complicati e non si può utilizzare il mezzo pubblico in maniera così indiscriminata. Bisogna stare attenti perché si ripercuote sulla società in modo divisivo

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