25 settembre: nel 1927 nasceva a Roma una delle voci più storiche della musica italiana, sebbene purtroppo spesso dimenticata, scomparsa nel 2011. Stiamo parlando di Clara Jaione

Ammessa al concorso per nuovi cantanti di Radio Roma e scelta da Cinico Angelini per la sua orchestra, Clara tra il 1948 ed il 1953 lavorò in radio con Armando Fragna, che scrisse per lei una serie di brani spiritosi, i quali ben si adattavano alla sua voce squillante e briosa. Le sue interpretazioni di brani come Alle Terme di Caracalla, Arrivano i nostri e I pompieri di Viggiù, ne fecero una delle cantanti più amate dal pubblico.

Nel 1955 partecipò al Festival di Sanremo con Era un omino e Zucchero e pepe. Immediatamente dopo, Clara interruppe la sua carriera musicale, tornando poi ad essere raccontata più volte da Paolo Limiti, partecipando alle sue trasmissioni come ospite.
C’è una canzone in particolare che vogliamo ricordare del suo repertorio: I cadetti di Guascogna, del 1949, composta da Larici e Rastelli su musica del maestro Armando Fragna. Un brano fresco, pieno di allegria, simbolo di un Paese che può finalmente guardare alla guerra solo come un brutto ricordo del passato da non voler più ripetere. Tante canzoni di quel periodo parlavano proprio di questo. Anche questo è dunque un brano che inneggia alla pace, con un messaggio consegnato ai cadetti di Guascogna (regione al confine tra Francia e Spagna). Da notare, oltre al ritmo vivace e al testo positivo, una alternanza tra la voce inconfondibile di Clara Jaione e l’assolo musicale. Nel 1950 ne fu tratto un film molto leggero con Walter Chiari e Ugo Tognazzi: si tratta della prima pellicola in cui compare l’attore cremonese. Ecco qui sotto video e testo di I cadetti di Guascogna.
Ecco qui, ecco qui
è arrivato un quadrimotore,
pieno di, pieno di
indovinalo un po’ di chi.
Sono tre con il bianco mantello
d’immacolato agnello
sventolando il grande cappello
ci cantano così:
“Siamo tre, tre guerrieri noi siam,
ma la pace nel mondo portiam.
Noi siamo i cadetti di Guascogna
veniam dalla Spagna,
andiamo a Bologna!
La pace che tutto il mondo sogna
ognuno l’avrà se questa canzon
con noi canterà”.
E così, e così, sulle ali
di un motivetto si cantò, si cantò
e di guerra nessun parlò.
Si riempì il più grosso cannone
di dolce zabaione
e intingendovi il panettone
ognuno dei tre cantò:
“Siam guerrieri però preferiam
darci un bacio e poi darci la man”.
Noi siamo i cadetti di Guascogna
veniam dalla Spagna,
andiamo a Bologna!
La pace che tutto il mondo sogna
ognuno l’avrà se questa canzon
con noi canterà”.
Il quadrimotor dovrà partire
però di partire neppur si sogna
e i prodi cadetti di Guascogna
son fermi a Bologna
perché a Bologna
bene si sta.
Coi prodi cadetti di Guascogna
l’orchestra Di Fragna
augura a tutti
felicità.