È in scena al Teatro Menotti di Milano, fino al 23 novembre, Paolo Nori con due spettacoli di grande rilievo: La libertà (in scena fino al 20) e La disperazione (in scena dal 21 al 23).
Il primo episodio, in scena dal 2022, è un monologo affascinante, riflessivo, ironico e graffiante su un concetto del quale si dice da sempre molto, ma per cui è impossibile dare una descrizione definita: la libertà appunto. Paolo Nori prova a farlo partendo dall’assunto per cui l’anarchia si fonda sull’idea che l’umanità sia fondamentalmente buona. Tesi difficile da dimostrare, eppure esistono esempi pronti a testimoniarla. Nori li ritrova nella sua Parma, una delle poche città che si opposero con forza al fascismo nel 1922, e in quella Russia che ha studiato e amato per tanti anni attraverso una letteratura ineguagliabile. La vera libertà è quella di chi con la propria etica morale riesce a raccontare la vita di tutti i giorni dandole un significato che vada oltre ogni retorica: anche su questo Nori ha molto da dire. Sembra infatti che la società sia legata a consuetudini e frasi fatte, con cui immaginiamo di assecondare gli altri e forse persino di essere impeccabilmente corretti. Eppure l’umanità saprebbe esprimere la sua parte migliore al di là di quei tentativi di piacere a tutti con atteggiamenti accomodanti. Nori cita quindi Daniil Charms e Iosif Brodskij, capisaldi della letteratura russa che nei loro romanzi hanno saputo raccontare davvero quel concetto di libertà e che oggi trattiamo solo come idea astratta.

Il secondo episodio, in prima milanese da venerdì, si concentra sulla libertà a partire dalla vita dello stesso Nori, soffermandosi sui momenti più duri psicologicamente e in particolare sulle due volte in cui si è sparsa la voce che fosse morto. “Per me che sono nato nel 1963, la disperazione, è stato il mio strumento per entrare nel mondo e lo strumento da prendere a mano nei momenti difficili come quelli che racconto in questo monologo”, ammette Nori.
Tutto sempre con una colta, raffinata ironia che diventa persino autentica comicità quando fa notare come nella società di oggi siamo abituati a ripetere più volte un concetto, pensando di rafforzarlo e facendolo invece così diventare meramente una barzelletta. Veloce, imprevedibile nella sua prevedibilità, persino musicale. Nori suona infatti uno strumento a fiato e lo fa ridendoci sopra, forse credendo anche di essere meno bravo di quanto non lo sia davvero. A supportarlo un trio di musicisti geniale, che sottolinea e accompagna ogni sua declamazione al leggio: Alessandro Nidi, Andrea Coruzzi, Filippo Nidi. A esaltare lo sguardo poetico anche uno scrittoio a cui Nori si accomoda accendendo una candela e leggendo, portando il pubblico in una dimensione casalinga e intimistica.
Fino a domenica quindi appuntamenti da non perdere con una Produzione Fondazione Teatro Due di Parma: tutti i giorni alle 20, domenica alle 16.30. Un’ora e mezza di spettacolo e cultura che impreziosisce un cartellone importante è sempre attento alla letteratura, come quello del Menotti.
Massimiliano Beneggi