E’ cominciata ieri 7 dicembre la nuova edizione di Caduta libera, il game show prodotto da Endemol e per anni condotto da Gerry Scotti. Super impegnato con La Ruota della fortuna e Chi vuol essere milionario?, lo zio Gerry ha lasciato il programma nelle mani di Max Giusti, al debutto su Mediaset dopo tanta militanza tra Rai, Tv 8 e Nove. Vediamo cosa convince e cosa andrebbe rivisto.

Il gioco senza dubbio funziona ancora: lo ha sempre fatto dal 2015 ad oggi. Caduta libera e Avanti un altro, che dal 2015 si alternano nel ruolo di preserale di Mediaset, rappresentano la rivoluzione del quiz italiano, che a inizio millennio si era attestato su ritmi lentissimi per ogni risposta. Il game show ora è veloce (ha guadagnato in tal senso qualcosa anche Chi vuol essere milionario?), non concede troppi secondi per indovinare le soluzioni: occorrono memoria e prontezza di riflessi, oltre che una buona dose di abitudine come in tutti i cruciverba. E naturalmente una certa fortuna, altrimenti non sarebbe un gioco.

A onor del vero ormai il clou di Caduta libera è imitato da tutti i quiz: L’Eredità e la stessa Ruota della fortuna riprendono in alcune manche proprio l’idea di indovinare definizioni secche con lo stesso meccanismo proposto da Giusti. Non era niente di incredibilmente nuovo quando fu lanciato il programma, ma oggi è già un format fin troppo imitato, che odora un po’ di stantio a fronte di una Ruota diventata molto contemporanea. Il problema, però, è la conduzione.

Max Giusti è simpatico e ce la mette tutta, ma continua a essere imposto in una veste dove non brilla al meglio: è un bravissimo attore, ma come conduttore non ha mai convinto. E’ l’alter ego di Pino Insegno, ossia un presentatore senza infamia e senza lode: da che mondo è mondo, però, nello spettacolo chi è anonimo risulta insufficiente. Ecco, Giusti non si esalta e sembra anche sprecato nel suo ruolo. Davvero Mediaset lo ha ingaggiato con l’idea di non sfruttarne le qualità da imitatore che hanno fanno impazzire nelle ultime edizioni di GialappaShow?

Gli autori del programma sono gli stessi delle precedenti edizioni e si vede: non è stato cambiato nulla, nemmeno il tormentone di troncare a metà i saluti dei concorrenti eliminati, che sono pronti a cadere nella botola. Poca fantasia, probabilmente, ma quando qualcosa va bene, sarebbe in effetti da stupidi cambiare.

L’altra nota negativa è Isobel Kinnear. Partita come ballerina di Amici, a Caduta Libera diventa una valletta a tutti gli effetti, a dimostrazione che il tema vallette è tutt’altro che superato. Solo che se Samira Lui ha voluto rivelarsi da subito come una presenza imprescindibile della Ruota, con simpatia e intelligenza, Isobel ci riconsegna l’immagine della valletta sciocca e non indispensabile. Non se ne faccia una questione di femminismo, ma oggettivamente Isobel Kinnear non ha un motivo d’essere nella tv di oggi come non lo avrebbe avuto in quella di ieri.

Massimiliano Beneggi

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