Si è conclusa un’altra edizione di GialappaShow. Aspettando il ritorno in primavera (annunciata come previsto con il rientro di Maccio Capatonda), facciamo un bilancio di questa ultima stagione andata in onda.

Assodato che la Gialappa’s mantiene la sua verve anche nella formazione a due (se il signor Carlo volesse rientrare rimarrebbe comunque ovviamente un valore aggiunto, ma non più indispensabile), il programma ha ormai punti fermi da anni. Su tutti il Mago Forest, che in effetti è sempre meno “mago” ma intrattenitore irresistibile, quando balla, intervista e usa un’autoironia spiazzante. Sono stati usati ormai tanti aggettivi per questo incredibile personaggio televisivo, che può sfottere chiunque e non risulta mai offensivo. Intoccabili ormai anche i Neri per Caso, che con la Gialappa’s hanno ritrovato nuova linfa e continuano a essere protagonisti musicali sensazionali. Il programma ha scoperto la formula del cambiamento di co-conduttrice al fianco di Forest in ogni puntata (e in effetti funziona sia quando si tratta di ragazze dinamiche come Clara – la migliore -, sia quando c’è un ospite più legnosa come Paola Perego – la meno contestualizzata -) ma di fatto si sta facendo strada una seconda conduttrice: Brenda Lodigiani ha preso a tutti gli effetti il posto che un tempo fu di Paola Cortellesi. Sono sempre più frequenti le sue incursioni, con innumerevoli personaggi, praticamente tutti azzeccati. In questa edizione ha lanciato una comicissima Silvia Toffanin, ma anche i personaggi già rodati dei precedenti anni (Annalaisa in primis) hanno sempre più spazio. Purtroppo è mancata un po’ la figura di Valentina Barbieri (alias Ilary Blasi e Giulia De Lellis) in questa edizione: la migliore attrice che i social abbiano prodotto tornerà comunque presto. Grande rivelazione anche Giulia Vecchio. Diplomata al Piccolo Teatro di Milano, l’attrice è esplosa l’anno scorso con le imitazioni di Monica Setta e Milly Carlucci e in questa stagione ha lanciato anche la parodia di una Valeria Bruni Tedeschi buffissima ma non più stralunata di quanto lo sia l’originale. La forza di queste tre attrici sta nel saper cogliere le peculiarità caratteriali più che vocali dei personaggi imitati: il trucco aiuta, ma non è fondamentale.

Lo insegna, in questo senso, anche Ubaldo Pantani che imitando Piersilvio Berlusconi ci ha restituito un proprietario Mediaset innamorato della sua azienda e del suo ego. Divertente, perfetto anche nel modo di muoversi, sebbene questo Piersilvio sia fissato solo con le belle donne ai limiti della volgarità, che invece il presidente non esalta nella realtà. Anche l’invenzione pantaniana di Gineprio, il single incallito a vita, è consegnata ai meme dei social grazie a una mimica e a una voce che non potrebbero passare inosservate.

Tanti i personaggi nuovi visti in questa edizione, ma numerosi anche i tormentoni imprescindibili. Da “Sensualità a corte” con Marcello Cesena al “Pirozzi” di Edoardo Ferrario fino a “Stefano De Martino” (Luigi Esposito) al disturbatore “Amos” (Alessandro Betti) e al “demotivatore” (Toni Bonji): il pubblico di GialappaShow viene fidelizzato negli anni ritrovando ciò che lo ha già divertito gli anni scorsi. Mischiare tutto ciò con nuove idee è un modo per fare sentire il pubblico a casa propria, senza troppe rivoluzioni che lo disorienterebbero.

Da rivedere (ma piace sui social) la parodia del GF con le imitazioni di celebrità defunte (GF Rip), che sarà anche un’idea originale, ma poi scivola tra il cattivo gusto e la scarsa comicità. Si potrebbe sfruttare ancora di più il bar(atro). Esattamente come avveniva con Drive In ed Emilio (non a caso la Gialappa’s mosse lì i primi passi) c’è una location a fare da cornice allo show: se però non c’è un senso tra una storia e l’altra che passi attraverso quella location, si rivela quasi inutile tenere lì il bar. Solo piccoli appunti, per carità, a un programma che ormai funziona col pilota automatico, ma solo a condizione che a guidare dalla torre di controllo siano sempre loro.

In conclusione, il successo di GialappaShow è dovuto a straordinari protagonisti che rispondono ai nomi di Marco Santin e Giorgio Gherarducci, conduttori dietro le quinte ma soprattutto autori. Lo si dice da anni come se fossero una novità nel panorama televisivo: la verità è che ormai proseguono da 35 anni a fare qualcosa di inimitabile da chiunque altro. Hanno sempre avuto la forza di trovare i comici migliori del momento, qualche volta rischiando anche un po’ troppo. Da quando sono arrivati a Tv8, però, sono tornati sui livelli più alti di sempre. Non cedano alle tentazioni Rai: anzitutto perché nella televisione di Stato risultano fuori dal loro naturale contesto, poi perché rappresentano il vero motivo per cui si può sperare che la tv generalista non sia ridotta solo a viale Mazzini e Cologno Monzese.

Massimiliano Beneggi

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