Roberto Benigni in prima serata su Raiuno racconta la vita di San Pietro. O meglio, quella di Simon: la parte più umana del primo Papa. Si intitola infatti “Pietro -Un uomo”, il programma in onda dal Vaticano il 10 dicembre 2025. Come aveva fatto tre anni fa parlando di San Francesco, l’ex comico toscano torna sul piccolo schermo nelle vesti di divulgatore cattolico, che per uno che si fece conoscere con l’espressione del “Woitylaccio” è quantomeno singolare. Lo fa però molto bene, con sincerità, autoironia, ponendosi sul livello di Pietro nel momento in cui rinnega umanamente Gesù.

E’ commosso Roberto Benigni, che non legge nulla, né recita versi del Vangelo a memoria, ma lo ha studiato bene e lo racconta con parole sue, per una volta senza mischiarlo con troppa politica. Un paio di accenni su Trump non li risparmia, ma sta parlando dei potenti e il riferimento al Presidente USA è inevitabile se si vuole rendere contemporanea la narrazione con confronti sul presente.

Un esempio di umanizzazione Benigni lo fa così: “Io e le mie sorelle eravamo di una generazione per cui contava dirsi “ti amo”. Ma il mio babbo era della generazione per cui non era essenziale parlare del sentimento, come fosse una debolezza di cui parlare. Invece è l’opposto: ci vuole coraggio per parlare d’amore. Non sentivamo il babbo dire queste parole alla mamma. Glielo feci notare e lui mi ripose “Che vuol dire? Certo che le voglio bene. Non glielo dico mai perché lo sa da sé che le voglio bene”. Così fece anche Pietro con Gesù, quando questi gli chiese se lo amasse e lui gli rispose rispose “ti voglio bene”.

Sui social, però, intanto esplode la polemica contro Raiuno, reo di avere mandato in onda l’evento alle 22. “Non se ne può più di questi programmi che iniziano così tardi”, commenta qualcuno. Seguono frasi di questo tenore: “Fate schifo! Non si può fare cominciare una prima serata a quest’ora, fate pena. Vergognatevi, al di là che ci sia Benigni, anche le altre sere i film iniziano ad un’ ora assurda Va bene che tutto si è posticipato, non ci sono più orari per niente, ma che si debba aspettare in questo modo è da vomito”, ” Siete ridicoli, perdere tempo con il programma dei pacchi, è un insulto, una mancanza di rispetto per i telespettatori”.

Tanti i complimenti nei confronti di Benigni: “Vestire i panni di un evento così lontano richiede una elevata sensibilità”, fa notare un utente su Instagram. Qualche polemica sulla regia, per gli eccessivi cambi di inquadratura, che però a onor del vero non paiono così inauditi, in quanto danno movimento al racconto.

Bravo Benigni, inattaccabile, pulito, colto. Brava la Rai, che si conferma servizio pubblico a tutti gli effetti: mette in prima serata un Premio Oscar a parlare di cultura. Peccato aver perso però quel comico che aveva fatto tanto ridere fino a 28 anni fa. Quel Premio Oscar ci regalò un Benigni nuovo, ma fece morire definitivamente una certa comicità. Visto il panorama di comici di oggi, il rimpianto sale.

Massimiliano Beneggi

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