Qual è stata la canzone del 2025? Dopo la citazione del New York Times, che ha inserito Balorda Nostalgia tra le più significative dell’anno sottolineandone gli oltre 121 milioni di stream, la risposta sembrerebbe scontata. Effettivamente Olly è sempre stato nelle top ten delle Classifiche Fimi dall’inizio alla fine del 2025, legittimando il trionfo sanremese che lo ha visto sbaragliare tutta la folta concorrenza lo scorso febbraio. E’ proprio il Festival l’ago della bilancia 2025, perché è evidente che chi ha voluto essere presente in questi ultimi dodici mesi abbia cominciato l’anno partecipando a Sanremo.

I SUCCESSI

Olly è dunque uno dei grandi protagonisti della musica 2025, sicuramente la miglior rivelazione italiana a livello internazionale. Balorda nostalgia piace per la sua vena romantica e malinconica, accompagnata da un ritornello orecchiabile: seguono a ruota Depresso fortunato e Questa domenica. I numeri sono dalla parte di Olly e non possiamo che essere orgogliosi di questo fenomeno. Stesso discorso vale per Incoscienti giovani e Amor, i due successi con cui Achille Lauro ha definitivamente messo il sigillo su un cambiamento stilistico, che vede il ritorno della melodia al centro delle canzoni, restituendoci uno dei migliori cantautori ascoltati negli ultimi decenni. E’ così che la musica italiana ha ritrovato linfa vitale, grazie alla riscoperta delle sue qualità per cui è principalmente conosciuta all’estero.

Chi pensa che la trap in Italia sia morta farebbe comunque meglio a rivedere le proprie opinioni: il successo di Santana Money Gang, l’album che ha visto la collaborazione di Sfera Ebbasta con Shiva, testimonia che i giovanissimi prediligono ancora una musica di un certo tipo.

C’è indubbiamente un’altra grande rivelazione del 2025: Serena Brancale. Onnipresente in qualunque trasmissione televisiva, ha saputo sfruttare la sua Anema e core in ogni modo, garantendosi la presenza a Sanremo anche nel 2026. A quella si aggiunge Serenata, forse l’unico vero tormentone dell’estate 2025.

Può sparire per qualche mese, ma siate pur sicuri che Annalisa non smetterà di sorprendere: quasi al termine di un anno non entusiasmante (Maschio è andata bene ma non ai livelli dei successi 2024, Piazza San Marco è stata degna di nota solo per il featuring con Mengoni ma è già stata dimenticata), la cantante savonese ha lanciato Esibizionista, singolo che imperversa anche sui social. Clara ha capito che quel genere pop erotic e prova a seguirne le orme, ma deve ancora fare parecchia strada prima di raggiungerla in popolarità.

Il 2025 ha regalato soddisfazioni anche a Giorgia, che in effetti ci aveva provato in estate con un nuovo singolo ma alla fine si è imposta in radio fondamentalmente con La cura per me. La bellissima canzone scritta con Blanco, con riferimento fin troppo evidente a Lucio Dalla e a La sera dei miracoli, è stata considerata da molti una delle tante vincitrici morali dell’ultimo Sanremo. Non ha avuto bisogno del Festival, invece, il giovane Alfa che ha rispolverato un successo di Manu Chao per convincere durante tutta l’estate 2025 con A me mi piace.

GLI ILLUSI

Si è in qualche modo rilanciata anche Marcella Bella, che a furia di proporlo come tormentone ha fatto di Pelle diamante uno dei brani più iconici della propria carriera, anche se i numeri nelle vendite non sono certo esaltanti. Tanto rumore, poca sostanza, un po’ come Elodie, che fa grandi concerti e viene molto promossa dalle tv, ma che in termini di classifiche Fimi non è mai stata convincente.

LE DELUSIONI

Nei successi di Olly e Achille Lauro non è solo la melodia a fare la differenza, ma anche la personalità. Il senso di appartenenza a una certa canzone.E’ per questo motivo che Tony Effe può essere considerato la vera delusione del 2025: dopo la partecipazione a Sanremo con Damme ‘na mano, dove ha provato riproporre in una versione contemporanea il califanismo, il rapper romano è sparito dai radar se non per la sua neo paternità. Il problema è proprio il tentativo di fare proprio qualcosa in cui non si crede: al di là dei risultati sanremesi (e in hit parade), Tony Effe non ha avuto la costanza di proseguire un nuovo percorso come ha fatto Achille Lauro. Dopo Damme ‘na mano avrebbe dovuto recuperare stornelli romani alla Lando Fiorini e alla Gabriella Ferri, invece si è arreso immediatamente facendo venire meno la credibilità della sua presenza al Festival. Peccato, occasione persa. Tony Effe non è l’unico deluso da questo 2025. Brunori Sas, per esempio, era legittimamente uno degli outsider dell’anno, ma il terzo posto a Sanremo con L’albero delle noci doveva essere il primo tassello di una grande stagione, non l’unico sussulto in dodici mesi. In questo senso era lecito aspettarsi qualcosa in più anche da Lucio Corsi, sconfitto annunciato all’Eurovision Song Contest e legato al look e al successo di Volevo essere un duro, talmente inflazionata da sembrare ormai in voga anche da più di un anno. Il talento c’è, ma per Lucio Corsi ci vorrà ancora un po’ di tempo prima di capire se possa davvero perdurare oltre un solo brano. Ancora in attesa di una consacrazione definitiva Rkomi, che con Il ritmo delle cose si è guadagnato la sigla di Pressing Champions’ League ma nulla di più: al ragazzo manca qualcosa per sfondare, forse un po’ di originalità che permetta di distinguere un brano da un altro.

Sempre meglio di Simone Cristicchi, praticamente sparito dopo la commovente Quando sarai piccola, mai troppo trasmessa dalle radio, e di Francesca Michielin, i cui 30 anni all’Arena di Verona sono quasi passati inosservati. Dall’ultimo Festival a uscire con le ossa rotte sono però (come prevedibile) Joan Thiele e Willie Peyote: scomparsi.

Massimiliano Beneggi

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