Da stasera a venerdì 28 febbraio al Teatro Strehler di Milano va in scena La tragedia del vendicatore di Thomas Middleton con la regia di Declan Donnellan. Sul palcoscenico Ivan Alovisio, Marco Brinzi, Fausto Cabra, Flavio Capuzzo Dolcetta, Christian Di Filippo, Raffaele Esposito, Ruggero Franceschini, Pia Lanciotti, Errico Liguori, Marta Malvestiti, David Meden, Massimiliano Speziani, Beatrice Vecchione, Marouane Zotti.
Foto di Masiar Pasquali
Salutato nella scorsa stagione da un successo straordinario di pubblico e di critica, torna in scena al Teatro Strehler – prima di partire nuovamente alla volta di una prestigiosa tournée internazionale – La tragedia del vendicatore, lo spettacolo con cui il britannico Declan Donnellan ha fatto riscoprire all’Italia l’autore barocco inglese Thomas Middleton, avendo anche curato l’adattamento della pièce originale.
LA STORIA
In una non meglio precisata corte italiana, Vindice e Ippolito, figli di Graziana e fratelli di Castiza, si incontrano davanti al Palazzo del Duca. Vindice – come dice il nome – desidera vendicare a qualunque prezzo la morte della promessa sposa Gloriana, stuprata e avvelenata dal Duca poco prima delle nozze. Per riuscire nel suo ardito piano, dovrà travestirsi ed assumere i tratti dell’adulatore, entrando così nelle grazie dei potenti. Da quel privilegiato punto di osservazione, avrà modo di osservare come il tarlo della corruzione non solo sia inscindibile dal potere, ma abbia purtroppo iniziato anche a intaccare i membri della sua stessa famiglia…
È questo lo spunto che consente a Thomas Middleton, nei primi anni del Seicento, di costruire un dramma teatrale che è soprattutto una riflessione sugli intrighi, la corruzione, l’ipocrisia e la violenza connaturate nella vita politica del suo tempo.
L’IRONIA NERA DI DONNELLAN
Maestro del teatro shakespeariano e delle sue riletture in chiave contemporanea, Donnellan punta i riflettori sull’ironia “nera”, sul paradosso, sulla febbrile malinconia che avvolge i personaggi, valorizzando, anche grazie a una divertente chiave “pulp” e a una colonna sonora travolgente, le straordinarie consonanze del testo originale con il nostro presente.
Dal sito ufficiale del Piccolo Teatro