È morto a 94 anni Emilio Fede. Il giornalista si è spento dopo una lunga malattia a Milano.

Innovativo, sensazionalistico ma professionale: Fede ha cambiato il giornalismo italiano, cominciando dalla conduzione in piedi di un tg, con tanto di commenti personali sulle notizie. Le dirette nelle edizioni straordinarie, puntando sempre a fornire informazioni in tempo reale, sono storia della televisione, che con Emilio Fede ha imparato a leggere le notizie alternando serietà e ironia a seconda del contenuto.

Ironia che forse Fede ha dovuto pagare più del dovuto: la sua popolarità sulle reti Mediaset, dove è stato un volto di punta per tanti anni, e la sua storica la sua amicizia e sincera ammirazione per Silvio Berlusconi, lo hanno quasi ridotto a una macchietta, facile bersaglio per la parte politica avversa. Eppure con lui se ne va un professionista, che anche nell’ammettere le sue debolezze nel gioco d’azzardo ha saputo raccontare uno spaccato di verità, spezzando per la prima volta quel divario tra il giornalista ingessato dietro al tavolo della conduzione e lo spettatore da casa. L’informazione al servizio del pubblico: così Fede ha dato una svolta prima in Rai e poi a Mediaset. Sposato per 56 anni con la giornalista e senatrice Diana De Feo, di cui era vedovo da quattro anni, Fede lascia due figlie. Ripercorriamo qui sotto brevemente la sua carriera.

Comincia giovanissimo l’attività di giornalista collaborando con Il Momento – Mattino di Roma, per poi passare alla Gazzetta del Popolo di Torino, di cui diventa inviato speciale. Nel 1958 incomincia a collaborare con la Rai come conduttore a contratto del programma Il circolo dei castori assieme a Enza Sampò e a Febo Conti, passando così dalla carta stampata alla televisione. A partire dal 1961 il rapporto con la Rai diventa esclusivo.

Inviato speciale in Africa per otto anni, realizza servizi in oltre 40 Paesi nel periodo della decolonizzazione e dell’inizio delle guerre civili. 

Lavora poi con Sergio Zavoli nella redazione della trasmissione d’inchiesta TV7, il settimanale di approfondimento del TG1.

Dal 1976 è per cinque anni conduttore del TG1, in particolare della prima edizione a colori il 28 febbraio del 1977, e dal 1981 lo dirige per due anni; sotto la sua direzione la testata trasmette la celebre diretta, condotta da Piero Badaloni, relativa all’incidente di Vermicino, durata ben 18 ore e seguita da circa 25 milioni di telespettatori, primo esempio di cronaca in tempo reale di un avvenimento fortemente negativo, e perciò di quella che negli anni sarà denominata: “TV del dolore”. Nel 1983 e 1984 conduce il programma di intrattenimento Test, in diretta concorrenza con Superflash trasmesso da Canale 5. Nel 1983 su Rai 1 conduce Obiettivo su…, insieme a Sandro Baldoni.

Si trasferisce a Rete A, dove va a fondare e dirigere il TgA, il primo telegiornale nazionale privato della televisione italiana, la cui prima edizione andò in onda lunedì 7 settembre 1987. Nel 1989 passa alla Fininvest di Silvio Berlusconi, dapprima come direttore di Videonews, poi di Studio Aperto, notiziario di Italia 1, che il 16 gennaio 1991 è il primo telegiornale in Italia ad annunciare in diretta l’inizio dell’operazione Desert Storm durante la guerra del Golfo, proprio nel giorno della sua prima messa in onda. Studio Aperto è anche il primo telegiornale a informare della cattura dei due ufficiali dell’Aeronautica Militare italiana Gianmarco Bellini e Maurizio Cocciolone.

Dal 20 settembre del 1990, tutti i giovedì, in seconda serata su Rete 4, conduce il rotocalco settimanale d’attualità Cronaca, supplemento d’informazione da lui curato per gli appassionati di cronaca-spettacolo, con un’audience attestata intorno al milione e 300.000 spettatori.

Nel 1992 viene nominato alla direzione del TG4, il nuovo telegiornale di Rete 4.

Dal 28 novembre 1997 e poi nel 1999 conduce su Rete 4 il ciclo Le grandi interviste, interviste-ritratto di mezz’ora a personaggi popolarissimi.

Il 25 febbraio 1998 conduce in prima serata su Canale 5, in concorrenza con il Festival di Sanremo, Indagine sulla canzone truccata: si tratta di una trasmissione annunciata come un’inchiesta con tanto di ospiti in studio a commentare le presunte magagne del Festival. La scaletta (inesistente) salta perché Fede racconta in diretta di un arresto di Iva Zanicchi. In realtà a fine trasmissione viene svelato lo scherzo: Iva Zanicchi non è mai stata arrestata. Proprio con Sanremo, anzi, Fede entrerà in contrasto l’anno dopo, decidendo di non parlarne più nel suo telegiornale, in seguito al rifiuto di un paio di protagonisti a essere intervistati dal Tg4. Farà “pace” col Festival nel 2008, quando il grande Pippo Baudo lo invita a essere membro della giuria di qualità.

Dal 2000 cura Sipario, il rotocalco rosa del TG4 di sua concezione, in onda tutti i giorni in coda al telegiornale di Rete 4, ed affida la conduzione della rubrica dedicata alle previsioni del tempo Meteo 4 ad alcune annunciatrici di bella presenza senza una competenza specifica nel campo meteorologico, da lui selezionate personalmente, battezzate mediaticamente con l’appellativo “meteorine”. Dal 2008 sperimenta l’edizione notturna Sipario notte.

Nel luglio del 2004 conduce il TG4 in diretta da Nāṣiriyya per portare la sua solidarietà ai militari italiani colpiti dall’attentato del 12 novembre 2003.

L’8 febbraio 2005 conduce eccezionalmente, insieme ad Ezio Greggio, una puntata di Striscia la notizia, dopo essere stato bersagliato  per i fuorionda dei suoi telegiornali.

Dal 16 febbraio 2009 dirige su Rete 4 tre prime serate speciali con Password – Il mondo in casa, programma di attualità in diretta da studio con ospiti in collegamento e inviati sul territorio.

Il 28 marzo 2012 termina la sua direzione del TG4.

Gli ultimi anni di carriera sono divisi tra vita privata e alcune tv private, come Vero Capri e Cusano Italia Tv.

Massimiliano Beneggi

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