Ci abbiamo pensato un po’ prima di pubblicare questo articolo, che era stato programmato per ieri mattina. La nostra rubrica della storia del Festival di Sanremo questa volta voleva ripescare una trasmissione parallela (ma nemmeno troppo) alla kermesse del 1998. La cronaca, per uno strano gioco del destino, ci ha imposto di interrogarci se fosse o meno il caso di cambiare il nostro racconto. Abbiamo deciso di non cambiare linea, per onestà morale verso gli intenti di questo articolo, che vuole ricordare uno dei casi più straordinari di giornalismo creati da un uomo sempre più avanti degli altri: Emilio Fede, che oggi compie 89 anni. Correndo quindi il rischio di risultare beffardi, ma sicuri della nostra scelta che vuole invece omaggiare il genio di un grande direttore, facciamo un tuffo nel 1998.
Per il secondo anno consecutivo a condurre il Festival di Sanremo c’è un uomo di punta di Mediaset, appartenente però anche alla storia della Rai: dopo Mike Bongiorno, i vertici di viale Mazzini hanno deciso di puntare su Raimondo Vianello. Fabio Fazio, che non ha trovato l’accordo apparentemente scontato con la Rai, arriverà solo l’anno dopo, suscitando i malumori del Tg4 che da quel momento con tutto il gruppo del Biscione non racconterà più giorno dopo giorno la manifestazione. Nel 1998, però, a Mediaset fa comodo eccome raccontare un Festival in qualche modo anche suo. L’edizione viene vinta, non senza polemiche, da Annalisa Minetti (Senza te o con te), che qualche mese prima aveva partecipato a Miss Italia. Ogni serata, finale compresa, finisce entro la mezzanotte con l’irreprensibile eleganza di Vianello, punzecchiato da Veronica Pivetti e affascinato da Eva Herzigova, con lui sul palcoscenico. È una delle annate meno interessanti musicalmente parlando: le giurie sanremesi sono troppo tradizionali per apprezzare Sei tu o lei di Alex Baroni, mentre il guizzo in più lo dà solo Jannacci con Quando un musicista ride. Antonella Ruggiero chiede invano di cantare in playback per una fortissima laringite e, rischiando di rovinare le corde vocali, arriva seconda. Se si esclude l’ospitata di Madonna cacciata dal palco da Vianello, rimane ben poco altro: solo l’ironia del conduttore salva l’edizione. Insomma Mediaset può fare praticamente ciò che gli pare: con un suo presentatore a guidare il Festival e un cast di canzoni poco convincenti, può farsi fregio di avere prestato alla concorrenza la vera perla di qualità, e altresì dissacrare la gara. Emilio Fede, da vero lupo televisivo oltre che immenso giornalista quale è, si inventa qualcosa di più: la dissacrazione del giornalismo stesso sul Festival di Sanremo.
Mercoledì 25 febbraio, la programmazione di Canale 5 viene stravolta con un programma straordinario del direttore del Tg4: Indagine sulla canzone truccata dovrebbe raccontare misteri e segreti del Festival, e a questo pensano i telespettatori quando leggono a inizio trasmissione che tutto ciò che si vedrà è falso. Striscia ci ha abituati a questi meccanismi televisivi: a furia di gridare al lupo al lupo nessuno ci crederà più. Invece ci cascano tutti. La trasmissione si apre con una notizia dell’ultima ora che stravolgerebbe la presunta scaletta: Iva Zanicchi è stata arrestata. Non si conoscono i motivi: si vede l’immagine della cantante salire su una macchina coprendosi il viso. Lei che in quel momento non partecipa a Sanremo dal 1984 ed è il volto simpatico e rassicurante di Ok il prezzo è giusto. È un falso, che probabilmente oggi genererebbe migliaia di twit e post sui social. Nel 1998 anche senza il tam tam di internet si crea comunque una curiosità infinita che distrae gli italiani dalla seconda serata di Sanremo. In studio Alba Parietti, Giuliano Ferrara, Pupo, Daniele Vimercati commentano fintamente increduli con frasi quasi paradossali l’evento di cui sono ovviamente complici. Fede si dice preoccupato su chi il giorno dopo passerebbe la linea al Tg4 al posto di Iva Zanicchi. Nonostante gli indizi evidenti di uno scherzo, è solo la rivelazione finale che riaccende il sorriso al pubblico felice sia tutta una invenzione. Iva infatti chiede di chiudere prima del previsto lo scherzo a cui stanno credendo tutti i suoi familiari da casa. Un imitatore di Prodi infatti telefona in studio minacciando che se si continuerà a fare televisione in questo modo non si entrerà in Europa. Quasi quasi il pubblico ci spera. Invece proprio in quel momento arriva Iva Zanicchi al fianco di Emilio Fede. Ci vuole tanta ironia e intelligenza per inventarsi un programma del genere, appoggiato anche da Costanzo, ma non tutti la capiscono.
Tante polemiche, critiche pesantissime a cominciare da Mentana e Sposini che vedono intaccata la veridicità del giornalismo. In realtà Fede organizza la provocazione giusta contro le fake news, circa una ventina di anni prima che queste diventino forma comune dell’informazione del web. Il limite tra vero e falso in tv è labile, ed emerge completamente in questa straordinaria trovata. Qualcuno ci rimane male: nella serata in cui si doveva parlare dei misteri del Festival si sono perse due ore a parlare seriamente del nulla. Tutti giurano di non cascarci più. Ventuno anni dopo si appassioneranno a due mesi di talk show in prima serata sul matrimonio tra Pamela Prati e Mark Caltagirone. Il progresso, se esiste, non è sempre appartenente all’essere umano.
Massimiliano Beneggi