Quella di oggi è un’intervista che sappiamo desterà molta curiosità nel nostro pubblico, perché la protagonista è decisamente insolita (è la prima intervista che rilascia dopo 36 anni dall’uscita del film), ma è amatissima dal pubblico italiano che da sempre la riconosce nel ruolo della bella del film comico cult per eccellenza, Il ragazzo di campagna. Un film che non ha bisogno di troppe presentazioni, campione di incassi all’epoca, amatissimo da tutti, icona del grande Renato Pozzetto. E così abbiamo contattato la bellissima Donna Osterhbur, alias Angela, la cittadina che abitava in via dello Statuto 19, a cui Severino Cicerchia (Boldi) scippava la borsa insieme all’ inconsapevole cugino contadino Artemio (Pozzetto) che ingenuamente pensava si trattasse di un abbordaggio per toccare il deretano della ragazza.
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Le scene cult del film sono innumerevoli, le battute della pellicola sono conosciute a memoria da tutti i fan di Pozzetto e non solo (Esiste un gruppo di fedelissimi che si ritrova ogni anno nei luoghi delle campagne milanesi dove era ambientato il film Clicca qui per entrare nella loro pagina Facebook ). Ma come avrà vissuto quell’esperienza la bella “Angela Corsi”? Leggete l’intervista completa che lei molto cordialmente ci ha concesso e scoprirete tante sorprese…
Che esperienza fu per te quel film? Cosa rappresentò per te?
Il ragazzo di campagna era il primo film che avessi mai fatto. Avevo interpretato alcuni piccoli ruoli alla High School ma non avevo mai fatto un film. Ero una modella con l’agenzia Why Not di Milano in quel momento; ma ero stata a Milano per poco tempo in quel momento vivendo a Parigi. Ricevetti una chiamata per fare un’audizione per il film e ottenni il ruolo di Angela. .
Come fu lavorare con un re del cabaret e della comicità come Renato Pozzetto?
Nel momento dell’audizione non ero assolutamente consapevole di quanto fosse un’icona così grande Pozzetto, ma lo scoprii presto. Fu meraviglioso lavorare con Renato. Ricordo che prendeva il suo lavoro, quell’impegno di fare ridere, molto seriamente. Era molto generoso, rispettoso e paziente con me e mi trattava come un’attrice navigata anche se per me era la prima esperienza. A volte mi insegnava come fare quando preparavamo le scene prima delle riprese: era il mio coach. Inevitabilmente doveva essere molto paziente, come tutta la troupe. Ricordo che girammo il film in primavera e nel weekend era Pasqua. Renato mi invitò a passare la Pasqua con la sua famiglia e i suoi amici in un casa di campagna da qualche parte. Fu una piacevole e rilassante rottura dalla città e dal set cinematografico.
Ci furono scene improvvisate?
Io insistevo per recitare in italiano e la mia lingua spesso si aggrovigliava su ciò che dovevo recitare. Per questo ci fu poco o nulla di scene improvvisate con me. Mi limitai al copione. Dovemmo fare un sacco di riprese.
Nel film vediamo tanto Milano, spesso in scene montate in modo dissimile dalla realtà (la casa di Angela in realtà non è in via Statuto 19 bensì in via don Gnocchi, il viaggio in macchina è pieno di “errori” nella sequenza).
Sì, ma ti dico di più. Le scene interne per la casa di Angela in realtà furono girate a Roma in un set allestito a Cinecittà.
Ci furono momenti di sconforto, meno positivi in quell’esperienza?
Sconforto no. Ricordo però che ero nella mia camera d’albergo quando sentii un leggero tremore per un terremoto che stava accadendo in quel momento in Italia (si riferisce al terremoto di San Donato).
Quali sono le scene che le piace di più vedere di quel film?
Di sicuro amo le scene della guida a bordo della adorabile Deux Chevaux (Clicca qui)e le scene della partita della Juve (clicca qui).
Angela in effetti era una accanita tifosa della Juventus, ma Donna è tifosa di calcio?
Mío figlio è diventato un grande calciatore, quindi ho continuato a sapere tutto di calcio da lui.
E le scene più belle da girare?
Per varie ragioni mi piace davvero tanto la scena in cui Angela parla con Artemio nella sua cucina e gli serve gli spaghetti. Penso perché ero molto rilassata e mi sentivo a mio agio nel il ruolo di prendermi cura di Artemio. (Clicca qui)
Nel film Angela cucinava degli spaghetti improponibili decisamente poco invitanti, ma tu nella vita reale come sei? Cucini spaghetti?
Nella vita reale amo cucinare. Amo mangiare e cucinare: mi piace provare a replicare quei deliziosi piatti che ho avuto l’opportunità di mangiare nei miei viaggi: è sempre stato il mio hobby, la mia forma d’arte. Amo cucinare tutti i tipi di cucina etnica ma la cucina italiana è sempre il mio vero “andare a mangiare”. Quando vivevo a Milano cucinavo tanto a casa e amavo trovare i meravigliosi e freschi ingredienti al mercato. Amo come ogni regione, se non ogni città, in Italia abbia una specialità. Il mio piatto preferito sono le orecchiette con le cime di rape pugliesi, ma subito dopo c’è il risotto con funghi! Yummmm
Ci sono attori italiani che ti piacciono?
Mi piacciono tutti i vecchi attori italiani, su tutti Sofia Loren
Non ti abbiamo più vista dopo quel film, che cosa hai fatto in seguito?
Dopo quel film continuai a vivere a Milano fino al 1987. Feci Red Sonja con Schwarznegger e Brigitte Nielsen che girammo a Roma e un paio di film tv americani. Uno fu girato a Sarajevo quando era ancora in Yugoslavia. Nel 1987 mi trasferii a New York e lì vissi otto anni. Ho avuto mio figlio nel 1993 e dopo due anni mi sono trasferita a Omaha in Nebraska per essere più vicina alla mia famiglia. Ho continuato nella moda, come truccatrice, e come creatrice di scenografie per cataloghi pubblicitari. Ho fatto anche la fotografa per una agenzia di modelli. Lavorai anche come pittrice d’interni e finta artista e successivamente divenni una fisioterapista. Attualmente quindi faccio la fisioterapista in campagna e torno a Omaha quando c’é il lavoro da truccatrice.
Quindi ora ti ritrovi a vivere proprio la genuinità della campagna di cui si parlava nel film.
Sono cresciuta in una fattoria e negli ultimi anni ho trascorso molto del mio tempo nella fattoria in cui sono cresciuta, a 3 ore e mezza di macchina da Omaha
In fin dei conti anche Artemio dopo l’esperienza in città dove voleva in qualche modo riscattarsi decise di tornare nella sua campagna, immerso nella natura dove aveva la sua famiglia, i reali affetti, quello che lo faceva stare bene.
Mío padre ha appena compiuto 94 anni e sono felice di essere riuscita a passare del tempo con lui. Ho 4 cavalli che sono i miei cuccioli e due gatti. Dopo anni di nostalgia in cui desideravo dipingere quadri ho finalmente iniziato un anno fa. Amo dipingere viste sbalorditive della terra; il cielo, le nuvole che vedo da questa parte di mondo ogni giorno.
Un’ultima domanda tengo a fartela. Angela nel film era…“un’amica di Platini”. L’hai mai incontrato Platini?
No, non l’ho mai incontrato Platini…
Grazie Donna per la grande disponibilità, l’Italia ti ricorda sempre con immenso affetto.
Grazie per il vostro interesse! È divertente che un film così piccolo sia diventato un grande cult e sono felice di averne preso parte. Questa è la prima intervista che abbia mai fatto al riguardo. Grazie di cuore a voi.
Massimiliano Beneggi