La Trattoria Menotti ha riaperto i battenti da qualche giorno, e andrà avanti fino al 31 dicembre. Il format più innovativo e creativo che si sia visto a teatro negli ultimi anni è firmato da Emilio Russo, che ha voluto riproporre Milano sotto tutti i suoi aspetti più autentici. Quelli che sembravano persi, anche per via di una multietnicitá che consente ormai di parlare di una penuria di milanesi, e che invece sono insiti nell’animo di ogni lombardo. Tavoli al posto delle consuete poltrone, gli attori recitano mentre sono seduti insieme al pubblico a mangiare la polenta, il formaggio stagionato di Montevecchia, l’ossobuco e lo sformato di verza. Tra sapori, musica e monologhi in dialetto, si respira per due ore e mezzo quella Milano che fino a qualche tempo fa era molto più presente e che non può permettersi di sparire.

LA STORIA

Un complesso, i Musica da Ripostiglio, accompagna con le sue canzoni il pubblico che si accomoda e partecipa ai giochi musicali insieme ai protagonisti. Si diventa comparse dello stesso spettacolo stando seduti al tavolo, si torna immediatamente nell’anima antica della vecchia Milano. Nella Trattoria dove il tempo si è fermato e che vive la paura dello sfratto, suona un complesso insieme al cantante showman (interpretato da uno straordinario Enrico Ballardini) con la vena di Frank Sinatra. Ogni sera si presentano a mangiare un barbone che ha imparato a sopravvivere grazie alla sua intelligente ironia, una prostituta matura (la Norma) che conosce i trucchi del mestiere ma probabilmente anche tutte le reali sfumature dell’amore e della psicologia maschile, e un giornalista intellettuale ormai decaduto (il Mambretti) che vorrebbe dare un senso filosofico a tutto quanto vede, guardando oltre le sensibili percezioni. Tra gli habituè del locale anche una aspirante soubrette che non è mai riuscita a realizzare il suo sogno, una giovane ragazza sensuale e silenziosa (Manon) che non racconta la sua storia, non si capisce bene come sia capitata in mezzo a quella povera gente ma supera la sua solitudine col canto. E di cui è innamorato perdutamente l’animatore della serata. Attendono che arrivi la Wanda, un noto travestito esuberante stranamente in ritardo: il finale sarà sorprendente e svelerà il motivo.

I VALORI DEGLI ‘ULTIMI’

Sono gli ultimi, sono quelli che hanno sempre vissuto sulla loro pelle sgarri e ingiustizie. E in qualche maniera sono sempre riusciti a rialzarsi tirando fuori la parte più spontanea dell’essere umano. Del resto in una città di ricchi e arricchiti non mancano quelli che sono sempre rimasti poveri, e che quindi si devono in qualche modo arrabattare ciascuno con la propria arte. Tutti siamo artisti, tutti abbiamo il diritto di esprimere la nostra peculiarità, e nessuno ha invece il diritto di distruggere i sogni altrui, che restano intatti nonostante gli anni che passano li facciano sembrare più improbabili. La vita è cruda, a volte proprio impossibile da accettare nelle sue sfumature più severe: il vino forse non aiuta a sentirsi meglio, ma solo a dimenticare per un istante il divario con una ricchezza che sembra quasi umiliante. Sognare, immaginare vite non vissute, chiacchierare senza toccare la bassezza del pettegolezzo lasciano una serenità che non ha la presunzione di cancellare la malinconia, ma che anzi di questa si nutre per prendere vigore con la consapevolezza che niente è facile, nulla viene regalato ma tutto è possibile. Persino divertirsi con una ricchezza di esperienze che non riguardano il denaro. Cosa sarebbe la vita senza tutte quelle emozioni che la colorano facendoci passeggiare su un’altalena di stati d’animo contrastanti? Trattoria Menotti è un insieme di racconti del capoluogo meneghino e delle sue tradizioni, divertentissimi sketch di avanspettacolo e tanta musica, a cui è impossibile non partecipare.

MILANO ESISTE ANCORA

Gli attori, tutti milanesi doc, mettono a proprio agio il pubblico che si inebria di un dialetto stupendo, che diventa ancora più sorprendente quando viene cantato dalla splendida voce della giovane Helena Hellwig (esordì giovanissima cantando al fianco di Bocelli in L’abbandono). Gianna Coletti trascina lo spettacolo insieme a Marco Balbi e Paolo Bessegato, che non vanno persi di vista un secondo perché anche quando non parlano e girano tra i tavoli, comunicano i loro mutanti sentimenti con gli sguardi. Claudia Donadoni coinvolge il pubblico ballando con estrema discrezione. Luca Giacomelli, Emanuele Pellegrini, Luca Pirozzi e Raffaele Toninelli sono gli straordinari suonatori della Musica Da Ripostiglio, a cui si deve gran parte del successo dello spettacolo. Milano omaggia così Gaber, Jannacci, Valdi e tutti i suoi più grandi cantautori dando poesia in una serata che regalerà allegria e momenti di piacevole malinconia.

Raramente capita di poter consigliare uno spettacolo come si può fare con la Trattoria Menotti: ingresso a 11 euro, con soli 12 euro in più si gusta un’ottima e si beve un litro di barbera…come nei trani a gogò cantati dal signor G.

Milano, quella vera e genuina, esiste ancora. La povera gente era tanta nel dopoguerra, le possibilità molte meno rispetto all’innovazione della metropoli di oggi, eppure la sensazione è che avremo sempre bisogno del ricordo di quegli anni, che furono i migliori. Chi non vuole perdere le tradizioni non può perdere questo appuntamento, in scena anche la sera del 31 per entrare nell’anno nuovo…tornando agli anni che furono! L’innovazione è nostalgia, forse dovremmo fare una riflessione su cosa siamo diventati rinnegando noi stessi per dare spazio alla modernità, che in fondo non sempre fa rima con qualità.

Massimiliano Beneggi